STOP SLAPP

Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) sono quell’insieme di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Spesso si tratta di azioni superficiali e prive di contenuto, basate su richieste esagerate e il più delle volte abusive che mirano a intimidire, screditare professionalmente e molestare i destinatari, con l’obiettivo di ricattarli e metterli a tacere. Le SLAPP sono dette anche cause temerarie o querele bavaglio, poiché costringono al silenzio giornalisti, attivisti, whistleblower e chiunque porti alla luce fatti nell’interesse pubblico.

Coalition Against SLAPPs in Europe

  • Transparency International Italia partecipa alla Coalizione anti-SLAPP Case Europe insieme ad oltre 40 organizzazioni della società civile europea impegnate per il diritto dei cittadini ad essere informati su questioni di interesse pubblico e dei giornalisti di scriverne liberamente.

STRUMENTI

DIRETTIVA EUROPEA

Il Parlamento europeo il 27 febbraio 2024 ha approvato la Direttiva anti-SLAPP per la protezione della libertà di espressione e della partecipazione pubblica di giornalisti, attivisti e whistleblower è stata approvata dal Parlamento Europeo. La Direttiva è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 16 aprile 2024.

Una prima proposta di Direttiva anti-SLAPP riconosceva il fatto che le SLAPP potessero avere un impatto su tutti coloro che si espongono nell’interesse pubblico. Tra gli elementi fondamentali contenuti nella Direttiva erano incluse le garanzie sul meccanismo di archiviazione anticipata, un sistema di sanzioni e misure di tutela per le vittime di SLAPP.

Il testo approvato ha integrato importanti tutele: l'ampliamento dell'ambito soggettivo della protezione, il diritto al risarcimento dei danni e un meccanismo di archiviazione anticipata per le denunce manifestamente infondate

La vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova chiamò la Direttiva “la legge di Daphne”, in ricordo la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia uccisa nel 2017 mentre era vittima di numerosi procedimenti legali a suo carico (48), e che con la sua tragica vicenda ha contribuito a sollevare l’attenzione sul tema.

NORMATIVA ITALIANA

Il ricorso alle SLAPP in Italia è molto diffuso. La normativa più utilizzata per istigare casi di SLAPP è la diffamazione sia per via civile sia per via penale, ma anche il diritto alla privacy e il diritto all’oblio vengono usati impropriamente per impedire la rivelazione di informazioni scomode. 

Il Parlamento italiano è stato esortato ad allinearsi con le pronunce della Corte Costituzionale in tema di diffamazione per raggiungere un “effettivo bilanciamento tra la libertà d’espressione e la tutela della reputazione. La Corte è intervenuta con una decisione nel 2020 e con una sentenza nel 2021 sulla costituzionalità della pena del carcere per i giornalisti nei casi di diffamazione a mezzo stampa, invitando il Parlamento a rimuovere le norme che lo prevedono - eccetto nei casi di “eccezionale gravità” - e a promuovere un’ampia riforma della normativa in materia.

A febbraio 2024 è ripartito il dibattito parlamentare sul tema ed è ripreso in Commissione giustizia al Senato l’esame dei Disegni di legge in materia Diffamazione a mezzo stampa e lite temeraria (ddl 4668195573616).

Entro il 7 maggio 2026 la Direttiva dovrà essere trasposta nel nostro ordinamento e ci auguriamo che il processo sia partecipato e aperto alle consultazioni di esperti e società civile per garantire una normativa chiara ed efficace.

WHISTLEBLOWING

Attraverso il nostro lavoro quotidiano con i whistleblower, ci siamo resi conto che esiste una dinamica ricorrente che coinvolge chi segnala illeciti: queste persone non solo subiscono abusi di potere, ma si trovano a dover affrontare una causa penale per diffamazione da parte della persona segnalata o dall’ente stesso.
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