In quanto organizzazione globale volta alla difesa e alla promozione della libertà di espressione e del diritto all’informazione, ARTICLE 19 ha osservato e monitorato da vicino, grazie a una rete di dieci uffici situati in tutte le regioni del mondo (Londra, Tunisia, Senegal, Kenya, New York, Washington, Messico, Brasile, Myanmar, Bangladesh) le nuove minacce e sfide alla libertà di espressione portate dal Covid-19.
Siamo infatti l’unica organizzazione della società civile che lavora dal 1987 su tutti i diversi ambiti della libertà di espressione a livello globale, come suggerisce il nome stesso nato dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che sancisce il diritto alla libertà di espressione quale diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni attraverso ogni mezzo e frontiera.
Questa crisi mondiale ha aperto un nuovo ambito di ricerca e attività per l’organizzazione, che mai si era trovata a sviluppare standard internazionali e regionali che si applicassero in tempi di emergenza sanitaria. Le cinque aree tematiche attorno alle quali si concentra il nostro lavoro (media, spazio civico, trasparenza, protezione e digitale) sono state tutte equamente toccate dalle risposte che i vari attori hanno dato alla diffusione del virus.
Mai come in questa emergenza sanitaria gli stati, i media e i social media possono contribuire a contrastare la disinformazione, garantire la trasparenza e promuovere l’utilizzo di fonti e dati ufficiali sulla salute. La diffusione di fake news e di teorie del complotto è stata tanto rapida quanto la diffusione del virus stesso. In risposta, alcuni governi hanno tentato di soffocare il giornalismo libero e indipendente sulla diffusione del Covid-19 e approvato leggi repressive che prevedono l’arresto e il carcere per chiunque diffonda notizie false.
Questo è un fenomeno decisamente preoccupante perché una pandemia globale non è il momento adatto per adottare un approccio restrittivo nei confronti della libertà di espressione e del diritto all’informazione. Al centro della campagna di ARTICLE 19 c’è la richiesta di un maggiore impegno da parte dei vari attori per garantire la più completa trasparenza sulla diffusione del Coronavirus, la pubblicazione e condivisione di dati ufficiali precisi, una copertura mediatica indipendente e un giornalismo etico. I governi, i media e i social media sono tutti chiamati congiuntamente ad assicurare la libera circolazione dell’informazione durante questa pandemia globale.
Per quanto riguarda in particolar modo la trasparenza, siamo fermamente convinti che le nuove sfide portate dall’emergenza sanitaria possano essere l’opportunità per sperimentare nuovi canali e modelli di pubblicazione e comunicazione tra le autorità pubbliche e i cittadini che portino all’attuazione di cambiamenti permanenti. La crisi potrebbe essere l’occasione per fare un passo avanti che richiede però un lavoro e uno sforzo congiunto delle autorità locali e della società civile, entrambe parti attive, impegnate e ben informate.