Con la normativa FOIA (
Freedom of information act), l’ordinamento italiano garantisce a chiunque il
diritto di accedere alle informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni, all’unica condizione che siano tutelati gli interessi pubblici e privati espressamente indicati dalla legge. Tale diritto è sancito dal decreto legislativo n. 97 del 2016 che ha modificato il decreto legislativo n. 33 del 2013 (c.d. decreto trasparenza).
Per le proprie campagne
Greenpeace ha ripetutamente fatto ricorso al FOIA: solo attraverso l’analisi completa di dati e informazioni è infatti possibile fare piena luce e intervenire concretamente sulle irregolarità che compromettono la salute del Pianeta e dei suoi abitanti.
Spesso le richieste FOIA avanzate da Greenpeace sono state ignorate oppure respinte con motivazioni di norma inerenti alla tutela degli interessi stabiliti per legge. Ci tengo invece a condividere due situazioni in cui
la normativa FOIA è stata applicata in maniera talmente solerte e rigorosa da diventare una storia di formidabile trasparenza.
Nel 2018 Greenpeace si è occupata di indagare su un’
azienda chimica veneta ritenuta responsabile di un grave inquinamento della falda acquifera da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche). Per ottenere un quadro veritiero e inconfutabile delle attività di tale azienda, abbiamo avanzato FOIA a diversi enti coinvolti nelle indagini: Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Trissino (sede degli stabilimenti), ASL8 Berica, Genio Civile VI e ARPAVeneto.
Ricordiamo che, una volta ricevuto il FOIA, l’ente è tenuto a dare comunicazione ai soggetti controinteressati, i quali hanno dieci giorni per consentire o rifiutare l’accesso agli atti. Nel caso specifico l’azienda chimica veneta ha risposto alla Provincia di Vicenza di negare a Greenpeace l’accesso ad una parte della documentazione. Il funzionario della
Provincia ha però ritenuto infondate le motivazioni di diniego del controinteressato e, previo ricorso, ha deciso di fornirci la documentazione completa.
Grazie alla solerzia del funzionario pubblico, che evidentemente era un conoscitore della materia, Greenpeace ha scoperto che
all’azienda chimica sotto inchiesta era stato autorizzato da anni un altro processo produttivo, poi dimostratosi gravemente inquinante, quello per il trattamento di rifiuti contenenti il GenX (una tipologia di PFAS di nuova generazione).
Abbiamo così potuto
denunciare la fonte di un nuovo inquinamento e porre attenzione su come un'azienda, già riconosciuta fonte principale della contaminazione da PFAS di una vasta area del Veneto, sia stata autorizzata a trattare, con circa il 50 percento di alcune delle sue linee produttive, un rifiuto pericoloso.
Altro caso esemplare dell’ottimo funzionamento del FOIA risale al 2019 e riguarda lo
sversamento nel Golfo di Piombino di tonnellate di rifiuti in plastica avvenuto nel 2015. Per definire responsabilità e interessi in merito alla vicenda Greenpeace ha fatto istanza di accesso agli atti a: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, Regione Toscana, Comune di Piombino, Capitaneria di Porto di Piombino e ARPAToscana.
Abbiamo ricevuto pochi documenti e molti dinieghi. Tuttavia ognuna delle nostre richieste è finita alla Procura di Grosseto poiché da tempo era aperta una indagine.
Era quindi la Procura titolata a concedere il nulla osta ai nostri FOIA. La Procura, nella persona di una zelante funzionaria, ha ritenuto opportuno informarci che avevano apposto il nulla osta a procedere alle nostre richieste e che potevamo ottenere l’intero faldone degli atti. Da questi ne abbiamo tratto
un’inchiesta pubblicata nel giugno di quest’anno e un esposto alla Corte dei Conti contro la Regione Toscana. A un mese e mezzo dalla nostra denuncia è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono iniziate le operazioni di recupero del materiale sversato, mai attuate per 5 anni.
La nostra esperienza ci ha quindi insegnato che è fondamentale procedere con la
richiesta di accesso a più istituzioni: qualora una neghi l’accesso, un’altra potrebbe accordarlo. É inoltre molto importante
stabilire rapporti diretti con i funzionari che hanno in mano le pratiche, i quali possono davvero fare la differenza.
Nel corso degli anni ho visto cambiare molto l'atteggiamento delle istituzioni rispetto al FOIA: inizialmente veniva trattato come un’intrusione, un controllo, non se ne percepiva il potenziale. Oggi c’è invece una diversa consapevolezza sul valore della trasparenza e sull’importanza di mettere a disposizione della collettività informazioni rilevanti e ufficiali.