Luca Quagliato
Fotografo e videomaker freelanceDal 2008 si occupa di fotografia documentaristica e di paesaggio. Fa parte del collettivo di ricerca Habitat Project come autore e coordinatore di campagne fotografiche e di un festival di cinema indipendente sull’abitare contemporaneo chiamato INHABITANTS. Dal 2014 si occupa di tematiche ambientali insieme al giornalista Luca Rinaldi con il progetto “La Terra di Sotto”, edito da Penisola Edizioni nel 2020.
Senza dubbio la sfida che ci si è proposta durante la produzione de La Terra di Sotto è stata quella di dover agire con un triplice ruolo: esploratori di un mondo relativamente nuovo fatto di enormi database regionali disseminati su decine di portali differenti, traduttori del freddo linguaggio dei dati in quello “caldo” delle mappe e divulgatori con la produzione di un volume di facile e immediata lettura di un fenomeno complesso come la pressione dei siti contaminati sui territori di Piemonte, Lombardia e Veneto.
Facciamo un passo indietro: è il 2014 quando scatto le prime fotografie per un censimento visuale dei siti contaminati nell’area metropolitana di Milano. Non sapevo ancora che quel viaggio mi avrebbe portato a visitare di persona decine di luoghi in cui, evidentemente o meno, l’attività industriale del XX secolo e l’annesso ciclo dei rifiuti aveva lasciato ferite profonde destinate a farci compagnia per i decenni a venire. L’ingresso in squadra del giornalista Luca Rinaldi, dell’architetto paesaggista Matteo Aimini e del cartografo Massimo Cingotti ha dato poi la spinta definitiva per far si che il libro “La Terra di Sotto” vedesse la luce per diventare un manuale di lettura del paesaggio contaminato comprensivo di fotografie, storie, saggi e mappe.
In questo, gli open data provenienti dalle ARPA e dai geoportali regionali e nazionali hanno rivestito sin da subito un ruolo fondamentale per inquadrare le conseguenze dello sviluppo in un secolo vissuto pericolosamente tra vuoti legislativi, crimini ambientali in nome del profitto, scarsa sensibilità sociale da parte di imprenditori e singoli cittadini.
Non si può dire che il percorso per ottenere questi dati sia stato agevole.
Prendiamo per esempio il database AGISCO (Anagrafe e Gestione Integrata dei Siti Contaminati) che dovrebbe garantire la localizzazione puntuale dei siti contaminati e altre importanti informazioni come la matrice coinvolta (suolo, acqua), i contaminanti presenti, l’areale del sito contaminato, lo stato delle operazioni di bonifica etc.
Ogni Regione rilascia questi dati in forma parziale, costringendoci quindi alla presentazione di 3 domande di accesso agli atti (FOIA) e altre comunicazioni informali via mail in cui abbiamo chiesto di “liberare” dati in più rispetto a quelli presenti sui geoportali e sui portali open data. Operazione conclusa con successo, se non fosse che per ben due volte ci siamo visti recapitare i dati in formato PDF (inutilizzabile in un software GIS) e senza le coordinate per individuare la posizione geografica dei siti censiti; invece per alcune categorie di dati non è stata trovata soluzione, i dati non esistono per tutte le regioni o sono incomparabili perchè categorizzati diversamente.
Ci siamo trovati quindi a navigare in acque turbolente. Per fortuna siamo riusciti a orientarci e La Terra di Sotto è pronto per diventare un libro in uscita a Settembre, anche grazie all’importante sostegno di Transparency International Italia e delle donne e degli uomini che hanno creduto nel progetto durante la campagna di crowdfunding.
Appuntamento in libreria, rigorosamente dal vivo.