Agnese Morelli
Presidente AIIS e Responsabile Prevenzione della Corruzione APSS TrentoCiò per tutta una serie di ragioni del tutto evidenti agli addetti ai lavori che conoscono la fragilità istituzionale anche in momenti di crisi emergenziale e che sanno quanto sia importante non abbassare mai la guardia.
In occasione di questa giornata con Transparency International Italia e REACT abbiamo lanciato il Forum per l’Integrità in Sanità, che vuol essere un modo per supportare le Aziende sanitarie nel migliorare l’efficienza della gestione anche attraverso la prevenzione della corruzione e la riduzione della maladministration.
In questo momento di emergenza il Forum diventa ancora più importante se si pensa che la realtà oggi è diventata molto turbolenta, ogni attività e processo
dal più semplice al più complesso ha un livello di rischio direttamente proporzionale alla sua complessità ed alle sue variabili interne. In tempo di crisi o quando si è costretti ad intervenire urgentemente per contrastare un’emergenza i rischi aumentano perché, improvvisamente, si trova il sistema per derogare dalle regole sulla solidità delle quali, anche in condizioni di normalità, qualche interrogativo pur ce lo dobbiamo porre.
È già successo nelle grandi catastrofi naturali che hanno colpito il nostro Paese, nelle emergenze internazionali come quella che stiamo vivendo, in quelle locali (pensiamo agli scandali sui rifiuti), nelle misure di sostegno approvate per supportare la popolazione o le strutture sanitarie come nel caso Covid si è sempre infilato qualcuno per lucrare. Con livelli di rischio per noi impensabili fino a qualche anno fa che devono essere da subito affrontati con tecniche nuove perché non possiamo più essere alla ricerca del famoso ago nel pagliaio.
Da questa emergenza bisognerà ripartire per costruire un mondo più giusto e migliore. Perché la corruzione sottrae risorse pubbliche e perché questa tristissima realtà ci riguarda tutti e perché ciascuno di noi deve contribuire, con il suo impegno, a contrastare questo dilagante fenomeno che offende e ferisce le persone di buona volontà che si impegnano per il bene pubblico.
La strada che vedo, recuperandola da chi si è molto occupato di rischio, è la seria mappatura di tutti i processi perché nelle organizzazioni complesse (specie in quelle sanitarie) non sono mai chiari i livelli della responsabilità individuale e le aree in cui necessitano responsabilità condivise e second opinion nei casi più complessi. Con tecniche nuove (la Failure Mode and Effect Analysis ad esempio) e con analisi di tipo qualitative intese a definire quello che potrebbe succedere (il modo di guasto/errore) se si verificasse un difetto, un’omissione, un errore. Vedo prioritaria questa mappatura con sistemi di lavoro più strutturati capaci di cogliere e organizzare i rischi in una gestione integrata del rischio per un sistema di controllo efficace. Perché abbiamo visto e letto in questi giorni di emergenza Covid-19 come i rischi siano interconnessi, si pensi al rischio clinico paziente, al rischio operatore sanitario, al rischio corruzione e al rischio informatico.
Bisogna sensibilizzare e costruire una cultura del rischio coinvolgendo i risk manager e le line aziendali. È passato il tempo di affidarci ai soli piani triennali per la prevenzione della corruzione, ai singoli DVR, a elaborare documenti più per adempiere a norme aumentando la burocrazia che a gestire efficacemente i rischi. Dobbiamo essere capaci di costruire isole di lavoro a composizione pluridisciplinare per far capire ai professionisti che la gestione dei rischi incluso quello di corruzione non è una questione che riguarda qualche sbadato eletto. Prevedendo anche la possibilità di coinvolgere soggetti esterni portatori di interessi nella valutazione dei rischi in modo da condividerne i risultati. Così come sarebbe auspicabile un monitoraggio esterno (a livello sovra aziendale) sull’efficacia del sistema di controllo e sulla completa e corretta gestione dei rischi.
Parallelamente dobbiamo portare sui tavoli istituzionali la necessità di passare da una trasparenza burocratica ad una accessibilità/trasparenza utile e leggibile dai soggetti esterni con riferimento alle scelte strategiche, all’assegnazione delle risorse al privato, ai progetti di ricerca e sperimentazione alle valutazioni dei comitati etici e ai risultati di tali ricerche. Così come si rende necessaria una maggior responsabilizzazione della società e dei cittadini sui temi etici e sulla corretta gestione delle risorse, attraverso l’uso degli strumenti che la legge mette loro a disposizione, dall’accesso generalizzato, alla segnalazione delle situazioni di irregolarità.
Ognuno di noi deve farsi parte attiva perché la trasparenza e l’anticorruzione non sono né un’araba fenice né un convitato di pietra. Occorrendo investire su questi servizi in tutti i settori della vita pubblica non solo per garantire la continuità dei controlli ma per far crescere quella sensibilità pubblica che si traduce poi nell’impegno. L’impegno di costruire un mondo migliore da lasciare ai nostri figli ed ai nostri nipoti, di praticare il nostro dovere di cittadinanza e di diffondere quei valori che la nostra società sembra aver smarrito.