Lorenzo Segato

Head of research presso REACT

“What is love” – ovvero del conflitto di interessi ai tempi del Covid-19

Ricordate la canzone di Haddaway che negli anni ’90 ha fatto ballare e sognare tutti i giovani del mondo – me compreso – attorno alla grande domanda “Cos’è l’amore?”. Mi è tornata in mente leggendo le cronache degli ultimi scandali di corruzione che sono emersi recentemente: in molti casi, l’amore sembra essere un fattore di rischio.

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Pubblica amministrazione
Sanità
Pensate al caso di un Presidente che cerca di dar lavoro alla società della moglie e del cognato, al cardinale che affida importanti somme a una persona cara, alle bandane (di marca) comprate dal cugino del proprio assessore, alla dirigente dell’azienda sanitaria che consegna al suo amante gli scatoloni di dispositivi medici appena acquistati in modo che lui li rivenda ad altre aziende sanitarie… ma gli esempi potrebbero essere tantissimi, purtroppo.

Perché l’amore? Perché ci spinge a fare cose irrazionali, perché influenza i nostri pensieri e le nostre scelte, facendoci prendere decisioni anche irrazionali o dannose… Il cantante, innamorato, si chiede

“What is right, what is wrong?
Oh, I don't know, what can I do”

Un presidente, un direttore, o un dirigente pubblico, quando esercita le sue funzioni nell’interesse esclusivo della nazione, deve porsi questa domanda. Qual è la scelta migliore per l’Italia, la mia regione, il mio comune, la mia azienda sanitaria? Il nostro sistema giuridico ha trovato un meccanismo equilibrato per cercare la risposta: gli organi di vertice decidono cosa serve, la struttura tecnica individua chi lo può fare (internamente o esternamente) e, nel caso di appalto, ci sono delle procedure da seguire per individuare il soggetto migliore.

Si tratta di un percorso a volte semplice, a volte molto complesso, in particolare in questo periodo in cui abbiamo a che fare con un virus sconosciuto e c’è l’urgenza di dare risposte. Come si fa a sapere what is right, what is wrong? Nessuno può saperlo, ovviamente, ma sappiamo di sicuro quando è sbagliato: quando la decisione è influenzata dagli interessi particolari. Devo scegliere un consulente, dare un incarico? Nomino il referente del partito, no doubts! Devo dare un incarico a una cooperativa? Scelgo quella che mi è amica!

Il codice degli appalti (d. lgs. 50/2016) definisce il conflitto di interessi (art. 42): si ha conflitto d'interesse quando il personale di una stazione appaltante o di un prestatore di servizi che, anche per conto della stazione appaltante, interviene nello svolgimento della procedura di aggiudicazione degli appalti e delle concessioni o può influenzarne, in qualsiasi modo, il risultato, ha, direttamente o indirettamente, un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza nel contesto della procedura di appalto o di concessione.

L’interesse privato va dichiarato sempre, anche prima che influenzi le nostre decisioni. A maggior ragione va dichiarato mentre si prendono le decisioni, perché bisogna astenersi. Nei casi di parentele e relazioni personali, come negli esempi iniziali, è facile accorgersi di questi rapporti. Ma sono gli amori clandestini quelli più insidiosi. Pensate a come le relazioni pericolose tra dirigenti pubblici e aziende private possono rinsaldarsi in questa fase di emergenza. Solo a titolo di esempio, pensate a una società di informatica che vuole sviluppare app, dashboard, cruscotti, tabelle con i dati dei contagi Covid-19 che tanto servono ai politici. La mia regione lavora già con una società di informatica con cui ho un bel rapporto? Chiedo a loro. Voglio favorire un’azienda amica? Chiedo a loro. Alla faccia della concorrenza…

“I want no other, no other lover
This is our life, our time
When we are together, I need you forever”

Haddaway aveva visto bene nella sua canzone… Nei casi più gravi, è l’interesse privato che genera la domanda: voglio contrastare il governo? Boicotto la app nazionale e faccio sviluppare una app diversa, magari con un incarico diretto all’azienda del territorio…Oggi è possibile fare affidamenti diretti sotto i 150.000 euro, e gare senza previa pubblicazione del bando. Viva l’amore libero!

Per chiudere, che si può fare? La legge ci dice che “le stazioni appaltanti prevedono misure adeguate per contrastare le frodi e la corruzione nonché per individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse nello svolgimento delle procedure di aggiudicazione degli appalti e delle concessioni, in modo da evitare qualsiasi distorsione della concorrenza e garantire la parità di trattamento di tutti gli operatori economici”.

La trasparenza è sicuramente uno degli strumenti che gli enti devono adottare senza indugio. Purtroppo, durante la prima fase della pandemia, nessun ente ha pubblicato i dati dei “provvedimenti contingibili e urgenti e in generale provvedimenti di carattere straordinario in caso di calamità naturali o di altre emergenze” (art. 42 decreto trasparenza 33/2013).

A seguito delle nostre sollecitazioni, molte aziende sanitarie hanno popolato la sezione del sito con i provvedimenti, ma gli enti devono fare molto di più per permettere a tutti i cittadini di dare un occhio a quello che succede al lor interno, soprattutto in questo periodo di pandemia. Perché non possiamo più accettare che funzionari e politici disonesti approfittino dell’emergenza per sprecare risorse, alimentare interessi particolari e magari arricchire qualcuno. Baby don’t hurt me, no more…

P.S.: se non conoscete la canzone… potete ascoltarla qui

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