BIF Academy. Day 1: Lo sguardo alle attività in corso

La tecnologia, fino all'Intelligenza Artificiale, può aiutare le imprese. Ma la svolta sta in un nuovo approccio alla integrità. Che conviene alle aziende.

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Può la tecnologia rappresentare l’arma definitiva nel contrasto alla corruzione e nella valorizzazione dei valori di sostenibilità aziendale?

Da questa domanda di fondo, con uno “Sguardo sulle attività in corso” come da tema del meeting, si è sviluppata l’ampia discussione della prima puntata del BIF ACADEMY 2021, ospitato virtualmente dai BIF members Enel ed Edison nella giornata di mercoledì 16 giugno e ruotato intorno agli interventi di Daniela Bernacchi, secretary general UN Global Compact, Lello Carnà, di Carnà & Partners, di Bruno Rodà di Marsh e di Livio Russo di Assicurazioni Generali.

Interventi anticipati dalle introduzioni dei “padroni di casa” che con Paolo Orioli (Head of 231 Compliance & Ethics) e Barbara Terenghi (Chief Sustainability Officer and CEO’s Office Director) di Edison, oltre a  Pietro Vernuccio (Head of Compliance) di Enel, hanno offerto l’abbrivio a una sessione ricca di stimoli, di suggerimenti e di importanti aggiornamenti sui temi dell’integrità e della sostenibilità aziendale.


Bene la tecnologia, ma il fattore umano fa la differenza

“Il cosiddetto leading by example è un approccio che potremmo definire naturale in Edison -  ha spiegato Barbara Terenghi – anche perché il processo decisionale aziendale passa attraverso dinamiche di condivisione basate sull’etica e sull’integrità. Naturalmente non possono mancare sistemi di controllo e di prevenzione dei rischi, anche con l’ausilio della tecnologia e soprattutto con riferimento all’anticorruzione, ma in definitiva la differenza la fanno sempre le persone e l’ambiente in cui si trovano ad operare”.

Qui trovate il video integrale del suo intervento.

“Perché il valore delle aziende non cresce soltanto per via dei fatturati economici – le ha fatto eco Pietro Vernuccio -  ma anche grazie al modo con cui essi vengono ottenuti. E questa – ha ribadito – non è solo teoria, ma una realtà che, ad esempio in Enel, si può toccare con mano. Oggi a tutti i livelli vi è consapevolezza diffusa che l’integrità sia di grandissima importanza nel rapporto con i clienti e, dunque, con il mercato”.

Ma, alle condotte personali e a un innalzamento della cultura dell’integrità, si affianca in maniera efficace l’utilizzo una serie di scelte che le aziende possono fare. Lo ha sottolineato Daniela Bernacchi che ha indicato una sorta di vademecum per il mondo delle imprese che, in chiave di sostenibilità  e contrasto alla corruzione dovrebbero: irrobustire le fasi di due-diligence nella valutazione dei partner e dei fornitori, aumentare il training aziendale per una formazione sempre più continua ed efficace, potenziare strumenti quale il whistle-blowing, rivedere i target aziendali, in modo che gli stessi non diventino strumenti atti a forzare il personale al compimento di pratiche illecite per il loro raggiungimento.

Tornando al “leading by example”, è stato poi l’esperto di 231, Lello Carnà a ribadire un concetto semplice ma di non scontata attuazione: i veri responsabili del rischio aziendale sono coloro che l’azienda la conducono, quindi il top management e il CdA. “La logica burocratica con cui la 231 è troppo spesso subita – ha detto Carnà – dev’essere superata da un nuovo modo di immaginare lo sviluppo aziendale in chiave di integrità”.

Più tecnico l’intervento di Bruno Rodà, di Marsh, che ha spiegato come i sistemi informatici da loro gestiti siano in grado di elaborare milioni di informazioni e, sulla base di complessi processi di elaborazione dei dati, possano rappresentare strumenti efficacissimi nella prevenzione o la rilevazione di illeciti all’interno delle aziende.

Strumenti che, ad esempio nel contrasto al riciclaggio, reato spesso a valle di fenomeni di malversazione e corruzione, sono utilissimi anche nel settore bancario e assicurativo, come ha illustrato Livio Russo, di Generali, che, nel corso di un intervento dal respiro internazionale, ha spiegato come controlli puntuali e rapidi da parte delle autorità deputate siano assolutamente virtuosi nella prevenzione e la repressione di condotte corruttive e, in ogni caso, fuori legge. “Quando una banca o un’assicurazione svolge analisi molto profonde, che possono essere percepite come ingerenze eccessive nella privacy delle persone, lo fa sempre – da detto Russo – nell’interesse generale di un sistema che deve avere nella trasparenza e nella correttezza i propri pilastri”.

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