Nel solo 2019 abbiamo inviato 64 richieste di accesso agli atti, 27 delle quali funzionali al lavoro di supporto dei whistleblower che si rivolgono al portale ALAC-Allerta Anticorruzione e 37 inviate nell’ambito della collaborazione con i giornalisti nel progetto FOIA4Journalists. Queste ultime hanno contribuito alla pubblicazione di due inchieste e di altrettanti approfondimenti realizzati quasi esclusivamente attraverso l’accesso alle informazioni.
Il 75% delle richieste ha avuto un esito positivo con il riscontro da parte della Pubblica Amministrazione arrivato nei tempi previsti, nell’11% dei casi la risposta è arrivata ma oltre il termine di 30 giorni previsto dalla legge e nel restante 14% dei casi non è pervenuta alcuna risposta.
Nonostante i dati confortanti, permangono molte criticità legate in particolare alla privacy del richiedente che ad oggi non è pienamente tutelata e ai dinieghi alle istanze di accesso che spesso non forniscono in maniera adeguata le motivazioni che hanno portato alla decisione di negare l’accesso a determinati atti.
La stessa emergenza legata al Covid-19 ha messo in bilico questo diritto che ha subito una sospensione ed è stato “declassato” a mero procedimento amministrativo nell’indifferenza generale. Per tutta la durata della sospensione del FOIA, iniziata alla fine di febbraio e terminata il 15 maggio, Transparency ha monitorato ancora più attivamente il tema dell’accesso alle informazioni e il lavoro delle Pubbliche Amministrazioni che non sono state in grado di garantire strategie di compensazione, lasciando di fatto cittadini e appartenenti al mondo dell’informazione privi di un diritto fondamentale per lungo tempo.
“Con il nostro lavoro sul FOIA abbiamo avuto diverse soddisfazioni nel corso dell’ultimo anno e molte PA hanno dato riscontri positivi – ha dichiarato il nostro Direttore Esecutivo, Davide Del Monte – tuttavia l’emergenza Covid-19 ci ha dimostrato che il termine “diritto” per ciò che concerne la trasparenza è al momento solo un’etichetta vuota. Trasparenza infatti è nella pratica una serie di procedimenti e di oneri burocratici a carico della Pubblica Amministrazione e nulla più. C’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare questo approccio.”