Si preannuncia un 2022 davvero ricco e pregnante per il Business Integrity Forum di Transparency International Italia.
La prima riunione operativa deputata a definire la macro griglia dei temi e degli eventi in programma quest’anno ha registrato una partecipazione importante, non soltanto in termini quantitativi, ma per la qualità degli spunti che sono stati messi sul piatto sia da noi sia, soprattutto, dagli esponenti delle aziende BIF.
La netta sensazione, e questo è forse l’aspetto più incoraggiante, è che tutte le realtà coinvolte siano sempre più allineate in un comune sentire che racconta di una evidente crescita di sensibilità non soltanto in termini “tecnici” rispetto ai temi dell’integrità e dell’anticorruzione, ma proprio rispetto all’esigenza condivisa di rendere sempre più concrete ed efficaci le policy che le aziende mettono in atto. Policy che, fatalmente, allargano il tiro e vanno a toccare anche ambiti più prossimi al piano della CSR e, in particolare, dell'Environmental, Social and Governance (ESG), con naturali implicazioni e sovrapposizioni tra gli aspetti ambientali e sociali dell’organizzazione aziendale e quelli legati all’etica e all’integrità.
Molti, come detto, i temi sul tappeto, al punto che, data la quantità di spunti arrivati nel corso della riunione, è stato già ipotizzato un secondo incontro a breve per definire quali contenuti andranno ad animare i singoli eventi/iniziative dell’anno.
Lo schema di gioco sarà simile a quelli collaudati degli ultimi anni: con due appuntamenti della BIF Academy, la Summer School legata al progetto sulle scuole Ripartire, i BIF Talks a Pisa e il Business National Event di fine anno a Milano. Confidiamo nel fatto che tutti gli incontri possano essere svolti in presenza.
In questa griglia saranno inseriti i temi sgorgati da questa prima riunione. Detto che sarà un secondo incontro a stabilire la scaletta definitiva delle attività, è possibile fin d’ora anticipare alcuni titoli relativi a proposte diverse: dal coinvolgimento delle figure apicali delle aziende nella comunicazione etica, alla necessità di perfezionare strumenti quali il whistleblowing e le due diligence, soprattutto in chiave di reale verifica delle supply chain e delle aziende coinvolte nella catena produttiva, passando dall’esigenza di dare a strumenti importanti quali, ad esempio i Codici etici, una valenza sempre più concreta ed efficace.
Oltre a ciò, ma per il resto vi rimandiamo al prossimo appuntamento, ha trovato consenso diffuso la necessità di attivare una comunicazione “meno convenzionale” e più performante con la finalità di trasmettere in maniera più semplice e diretta i contenuti delle policy aziendali in materia di anticorruzione e CSR.