La regolamentazione del lobbying è sempre stata una battaglia cara al Movimento 5 Stelle. Già nel 2014 infatti, lo stesso Di Maio intervenne alla presentazione del nostro report “Lobbying e democrazia”, spendendo di nuovo parole a favore di una maggiore disciplina e trasparenza dei rapporti istituzionali dei parlamentari con i rappresentanti di interessi.
E non si creda che i 5 stelle fossero i soli a perorare la causa di una maggior trasparenza della politica. Insieme a loro, tra i tanti, possiamo citare l’On. Valente, del PD, che con altri colleghi di partito, ha depositato la sua proposta di legge sul lobbying a dicembre 2017.
Purtroppo, a fronte di tante prese di posizione e proposte di legge, di fatto non si è visto ancora nulla.
Il 26 aprile 2016 la Camera dei Deputati approva la modifica al proprio regolamento interno, prevedendo l’istituzione di un registro dei lobbisti. Si trattava però di un registro non obbligatorio, diventato operativo un anno dopo, con scarsi risultati. Non si iscrissero in molti ed è di difficile consultazione, perché al suo interno non si trovano dati aperti e le possibilità di ricerca sono limitatissime.
Tuttavia, si trattava di un primo passo verso quella regolamentazione del lobbying auspicata da più parti e quantomai necessaria.
Come abbiamo visto, la trasparenza dei rapporti fra istituzioni e portatori di interesse è un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, eppure nel contratto di governo siglato con la Lega nulla si legge sulla regolamentazione del lobbying.
Inoltre, se da una parte alcuni Ministri già da qualche anno hanno deciso di dotarsi autonomamente di un registro per il proprio dicastero, dall’altra sembra che non ci sia particolare interesse nel comunicare in modo tempestivo e completo le informazioni, per cui ci troviamo di fronte a delle agende degli incontri non aggiornate e quindi svuotate del loro valore. L’associazione Openpolis ha portato avanti un monitoraggio dettagliato proprio su quest’aspetto e segnala, ad esempio, diverse incongruenze e lacune nei dati pubblicati sul sito del MISE.
L’attuale Governo ha inasprito le pene per il reato di traffico di influenze, ma dovrebbe ora definire come ci si possa rapportare lecitamente con la politica.
Una legge sul lobbying è necessaria, ora più che mai. Una legge che disciplini tutti gli aspetti dei rapporti tra rappresentanti di interessi e decisori pubblici, prendendo spunto da quanto di buono avviene già a livello europeo. Gli italiani hanno il diritto di sapere a favore di chi vengono prese le decisioni.