Ripetiamo quanto già detto in occasione della precedente sospensione: l’accesso alle informazioni è un Diritto e in quanto tale chiediamo siano fatti tutti gli sforzi possibili per tutelarlo e garantirlo nella sua pienezza; se ciò non è possibile, come in questo caso, vorremmo che delle strategie di compensazione fossero messe in campo, in particolare una maggiore e migliore trasparenza proattiva, cioè pubblicazione da parte delle pubbliche amministrazioni di tutte le informazioni in maniera tempestiva e in formato open.
Contiamo inoltre che questa seconda sospensione, sia l’ultima. Se proprio non ci dovessero essere le condizioni per ripristinare pienamente il diritto di accesso al 15 maggio, ci aspettiamo che ci sia al riguardo una comunicazione ufficiale, da parte del ministro, che espliciti pubblicamente in maniera inequivocabile l’impossibilità per il Governo di garantire ai cittadini il Diritto all’accesso alle informazioni. Di fronte alla sospensione di un diritto, non crediamo infatti che un piatto comunicato stampa sia sufficiente.
Infine, ci auguriamo che questa situazione sia di lezione per il futuro: non possiamo più permetterci un’amministrazione pubblica che lavora e produce su carta, incapace di interloquire con i cittadini a distanza. Quando parliamo di digitalizzazione, parliamo anche di questo. Ovvero di modalità di lavoro che consentano, anche in situazioni di emergenza e crisi, di mantenere intatti i diritti dei cittadini.