Soldiepolitica.it: online tutti i dati aggiornati

Transparency International Italia ha pubblicato oggi sul portale soldiepolitica.it i dati aggiornati al 2020 relativi alle donazioni verso politici, partiti e associazioni politiche e relativi agli interessi di Parlamentari e Membri del Governo in aziende private.

I dati raccolti mostrano che, nel 2020, sono stati donati 21 milioni di euro alla politica, per un totale di 12 mila donazioni e 1.500 donatori. Si registra dunque un calo rispetto al 2019 quando la cifra totale di erogazioni era di 27 milioni di euro. Dal 2018 ad oggi ammontano a 72 milioni di euro i contributi destinati a soggetti politici italiani tramite donazioni private.

Rispetto al 2019, rimane invariato il podio dei partiti e movimenti che hanno registrato gli introiti più alti: il Movimento 5 Stelle conferma il primo posto con 7.927.989 di euro di contributi incassati. Seguono la Lega (6.207.323 euro) e il Partito Democratico (2.357.154 euro).  

Circa l’80% di contributi arriva dai parlamentari (17,5 milioni di euro). Tra i “big donor” privati si trova l’imprenditore Lupo Rattazzi che nel 2020 ha donato 105.000 euro a Italia Viva di Matteo Renzi, la società Fininvest S.p.A. che ha contribuito con 100.000 euro alle casse di Forza Italia e la Fondazione Arvedi Buschini con una donazione di 100.000 euro al movimento di Carlo Calenda, Azione.

Nel 2020, una parte significativa dei contributi alla politica è passata attraverso associazioni, fondazioni e comitati, per un ammontare di circa 8 milioni (37,60%). L’Associazione Rousseau ed i vari comitati collegati al M5S sono i principali beneficiari di queste donazioni con oltre il 98% dei contributi ricevuti da questa categoria.

Questi soggetti, in base alla legge n. 3/2019, la c.d. Spazzacorrotti, hanno gli stessi obblighi di trasparenza di partiti e movimenti e, in quanto soggetti politici in virtù dei criteri definiti dalla legge, devono dunque anch’essi dichiarare e pubblicare le donazioni ricevute. Transparency International Italia è stata tuttavia in grado di identificare solo 9 tra associazioni, fondazioni e comitati politici che dichiarano tali informazioni al Parlamento e, tra questi, solo 5 che rispettano in pieno la legge pubblicando i dati anche sui propri siti istituzionali.

I dati sui contributi erogati alla politica sono disponibili sul sito del Parlamento e su quelli dei singoli partiti e movimenti. Tuttavia, non sono uniformi nel formato e nella tipologia di informazioni pubblicate; inoltre, molti file non sono né aperti né disponibili in formato machine-readable. Se tutti i partiti pubblicano infatti il nominativo del donatore, l’ammontare e la data della donazione, solo 6 di essi dichiarano anche informazioni aggiuntive (quali luogo e data di nascita per le persone fisiche e partita iva e sede legale per le società private) facendo davvero luce su coloro che supportano la politica e non lasciando spazio a dubbi e interpretazioni.

I dati aggiornati sugli interessi privati pubblicati sulla piattaforma soldiepolitica.it mostrano che sono 129 i parlamentari e membri del Governo che hanno legami con aziende private, per un totale di 217 società. I settori principali in cui queste società operano sono il settore immobiliare (15%), il settore finanziario (10%) e il settore del turismo e della ristorazione (9%).

La qualità e l’accessibilità dei dati è fondamentale per garantire sia trasparenza che accountability della classe politica e per prevenire fenomeni di corruzione, conflitti di interesse e influenze illecite – ha dichiarato Giovanni Colombo, Direttore di Transparency International ItaliaI dati sul finanziamento alla politica e sugli interessi privati non sono sempre facilmente accessibili a tutti e, come abbiamo avuto modo di vedere, la qualità lascia a desiderare. Chiediamo dunque alle istituzioni di fare un passo avanti rispetto a quanto già previsto dalla legge anticorruzione del 2019, prevedendo degli standard di pubblicazione che rispettino i requisiti degli open data e di chiarire quali dati debbano essere pubblicati rispetto all’identità del donatore, prendendo esempio dall’interpretazione estensiva della legge data da alcuni partiti al fine di garantire uniformità delle informazioni”.

Susanna Ferro
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