Laura Carrer
Esperta FOIA per Transparency International ItaliaSi occupa delle attività di ricerca e analisi sul FOIA (Freedom of Information Act) e gestisce il servizio FOIA4Journalist di supporto ai giornalisti nell’invio di richieste di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione. Segue anche le attività del servizio di assistenza gratuito per whistleblower di Transparency Italia, ALAC. Collabora inoltre con il Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali dove si occupa di ricerca sulle tecnologie per il whistleblowing e di diffusione dello strumento in ambito privato.
Nella giornata mondiale della libertà di stampa il report pubblicato dal Consiglio Europeo sulla protezione dei giornalisti rimarca la necessità di un’informazione libera e indipendente. L’accesso alle informazioni e il whistleblowing strumenti fondamentali per una democrazia sana
Sin dal 2015, sotto l’egida del Consiglio Europeo, è attiva la piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti europei. Insieme ai partner ufficiali (Reporters Without Borders, The International Federation of Journalists, the European Federation of Journalists e Article 19) anche 14 tra organizzazioni non governative e associazioni di giornalisti contribuiscono a portare il tema della sicurezza dei lavoratori dell’informazione in primo piano. La piattaforma è uno spazio pubblico che ha lo scopo di collezionare e disseminare informazioni su casi di violazione della libertà di stampa o che minacciano l’incolumità fisica degli operatori, tutelati in Europa dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti umani.
Secondo i numeri del report gli alert pubblicati sulla piattaforma nel 2020 sono 201, il numero più alto sin dal lancio nel 2015. Molti di questi sono casi di attacchi fisici (52) ma ci sono anche casi di molestie ed intimidazione (70). Due invece i giornalisti morti probabilmente per ragioni correlate al lavoro che svolgevano, la russa Irina Slavina e l’albanese Kastriot Reçi.
Attacchi fisici e intimidazioni anche ai giornalisti italiani
L’Italia risulta nella lista di paesi in cui si è registrato il più alto numero di attacchi fisici, molestie e intimidazioni. L’ex direttore del quotidiano Repubblica, Carlo Verdelli, è stato messo sotto protezione dalla polizia nel marzo 2020 dopo aver ricevuto minacce di morte da parte di gruppi neo nazisti. Il 15 aprile, la ricostruzione del Ministero dell’Interno sull’accaduto. Solo due mesi dopo la macchina di Fabio Buonafiglio, direttore della piattaforma di news online AltrePagine.it, viene bruciata vicino alla sua abitazione a Corigliano. Buonafiglio scrive da anni sulle attività criminali della ‘ndrangheta e l’evento è stato definito di matrice mafiosa.
Mentre riportava di una sparatoria a Napoli, il direttore editoriale di Cronaca Flegrea, Gennaro Del Giudice, è stato intimidito da un affiliato della Camorra. Come nel precedente caso, le autorità italiane hanno risposto attivando una vigilanza speciale per il giornalista. I casi segnalati proseguono anche nell’estate 2020: a giugno alcuni giornalisti sono stati minacciati ed etichettati come “terroristi” da un gruppo di estrema destra che protestava contro le misure adottate dal governo italiano in tema sanitario; ad agosto, il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) Beppe Giulietti è stato insultato ed intimidito sui suoi profili social dopo aver difeso due giornalisti di Rai News 24 in merito ad un caso di presunta violenza di alcuni migranti su animali.
In autunno, altri tre casi di attacchi espliciti a giornalisti italiani: le auto di due cronisti di Merateonline sono state bruciate a seguito di numerose investigazioni sull’amministrazione locale; intimidazioni e insulti anche ad un giornalista freelance di Arzano News a seguito di inchieste su criminalità organizzata e proteste contro le misure di lockdown imposte dal governo. Per ultimo, un giornalista di SkyTg24 e il suo operatore sono stati colpiti e inseguiti durante una manifestazione anti-lockdown tenutasi a Napoli in ottobre.
La piattaforma, si legge nel report, è uno strumento utile per il monitoraggio e l’identificazione di trend che possono portare, successivamente, alla messa in atto di policy che proteggano la libertà di stampa e dei media.
Lo stop all’accesso alle informazioni durante la pandemia e il ruolo dei whistleblower
Il Consiglio d’Europa si sofferma anche sulla decisione di sospendere, tra marzo e aprile 2020, il diritto di accesso alle informazioni da parte di alcuni paesi europei. Di ciò avevamo parlato proprio a marzo sottolineando come il FOIA non sia un diritto di serie B ma anzi, in un periodo storico come quello che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo sia essenziale per garantire un’informazione trasparente, basata su fonti ufficiali e favorire il controllo sull’operato del governo. Per questo motivo continuiamo a supportare i giornalisti e gli organi di informazione nel richiedere documenti, dati e informazioni alle Pubbliche amministrazioni tramite il progetto FOIA4journalists.
Il prezioso contributo dei whistleblower, che assistiamo attraverso la nostra piattaforma anonima e sicura ALAC – Allerta Anticorruzione, è stato determinante per far emergere casi di corruzione o illeciti compiuti durante l’emergenza sanitaria e che altrimenti sarebbe stato difficile conoscere e monitorare. Dell’utilità di questo strumento sono consce anche 1061 amministrazioni in Italia che, grazie al progetto WhistleblowingPA realizzato insieme a Whistleblowing Solutions, garantisce una piattaforma gratuita e sicura per la segnalazione di illeciti negli enti pubblici, partecipati e controllati dallo Stato.