Francesco Zambon, ricercatore OMS, a maggio 2020 si oppose alla richiesta di modificare alcune informazioni contenute nel report
Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell'Italia al COVID-19. Il report venne poi ritirato dal sito web dell'OMS e Zambon decise di segnalare il problema internamente. Le sue segnalazioni furono ignorate e venne isolato e costretto alle dimissioni.
A 19 mesi dalla
lettera inviata a maggio 2021 all'Assemblea Mondiale della Sanità da oltre 40 organizzazione anticorruzione e della società civile,
il caso Zambon non è stato preso in carico con le dovute attenzioni e l'OMS non ha rispettato alcune regole procedurali. Siamo stati informati che la
Global Board of Appeal (GBA) ha esaminato la richiesta di appello di Francesco Zambon e il 20 aprile 2022 ha trasmesso all’OMS il suo rapporto sul caso.
Le irregolarità procedurali in corso e la mancanza di una risposta adeguata da parte dell'OMS in tema di tutela dei
whistleblower ha conseguenze che vanno oltre il singolo caso. Francesco Zambon si unisce a un lungo
elenco di whistleblower che non hanno ricevuto garanzie dall’ONU e dalle sue agenzie.Chiediamo ancora una volta che si adottino
misure immediate e appropriate per garantire una gestione corretta del caso Zambon. Tutti i
whistleblower dovrebbero essere trattati in modo equo e aiutati a segnalare informazioni di pubblico interesse.
Continueremo a monitorare da vicino questi casi e a
sostenere una maggiore trasparenza e responsabilità presso le Nazioni Unite e le sue agenzie nel trattare i
whistleblower e proteggere i loro diritti.