Storia di un Whistleblower

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La storia di una riorganizzazione aziendale

Per le #storiediwhistleblower vi raccontiamo della "riorganizzazione aziendale" subito da un segnalante a seguito di una segnalazione per presunte irregolarità legate alla figura del Direttore Generale dell'azienda per cui lavorava. L'Autorità Nazionale Anticorruzione ha svolto un accertamento sul caso e al termine dell'istruttoria, con la delibera 380, ha deciso di annullare la misura riorganizzativa e sanzionare il Direttore generale dell'ente con 10.000 euro, una sanzione superiore a tutte le precedenti sanzioni applicate dall'Autorità in casi simili.

Il dipendente di un’Agenzia di sviluppo nel settore agricolo ha segnalato al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) dell'ente una presunta condotta illegittima del Direttore Generale, che si sarebbe assunto incarichi dirigenziali con provvedimenti autonomi, laddove l'incarico sarebbe dovuto essere esclusiva prerogativa della Giunta Regionale.

Dopo questa segnalazione il dipendente è stato coinvolto nella "riorganizzazione aziendale" che lo ha confinato presso una sede aziendale in disuso, strutturalmente inadeguata e priva di agibilità. Nella stessa sede è stata prevista la sua assegnazione ad un'Area Tecnica sprovvista di personale adeguato e l'assegnazione di obiettivi lavorativi impossibili da raggiungere. Questo ha determinato per il dipendente, per la prima volta nella sua carriera lavorativa, una valutazione negativa del suo rendimento professionale.

Per le segnalazioni interne, la normativa prevede l'uso di una piattaforma crittografata a garanzia della massima confidenzialità e riservatezza della segnalazione. In questo caso, la segnalazione del dipendente è stata inviata via pec e posta ordinaria, risultando conoscibile anche ad altri soggetti al di fuori del RPCT dell'ente.

L'accertamento sul caso da parte dell'A.N.AC. ha portato all'annullamento della misura riorganizzativa e alla sanzione di 10.000 euro nei confronti del Direttore generale dell'ente, una sanzione superiore a tutte le precedenti sanzioni applicate dall'Autorità in casi simili [delibera 380].

Un commento al caso

A nostro parere, l'aumento della sanzione non è legato all’esercizio del potere riconosciuto all’Autorità Nazionale Anticorruzione e non è neppure legato alla gravità della ritorsione applicata nei confronti del whistleblower. Inoltre, l'aumento dei "limiti edittali" della sanzione non è innovativa dal punto di vista sanzionatorio, poiché risulta conforme alla normativa, ma non sono chiari i motivi e i criteri applicati dall'Autorità e quindi non possiamo sapere come l'Autorità si comporterà in futuri casi. Inoltre ci chiediamo come mai non sia stato avviato da parte dell'A.N.AC. anche un procedimento sanzionatorio semplificato, come disposto dal Regolamento per la gestione della segnalazione esterne.


PER APPROFONDIRE

Dall'analisi di Transparency International Italia sulla nuova normativa whistleblowing si osserva che le sanzioni previste dalla legge italiana non risultano abbastanza forti da scoraggiare la corruzione.
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