La libertà di stampa è la base della libertà dell'intera società

Il pluralismo informativo e la sicurezza di chi lo esercita sono beni pubblici da difendere ogni giorno.

data di pubblicazione: ottobre 2025
Advocacy
Politica
Società civile

Il recente attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci rappresenta un fatto inaccettabile per una democrazia matura.

Si tratta di un attacco diretto al diritto di informare e al principio stesso dello Stato di diritto. Poiché la difesa della libertà di stampa è parte integrante della lotta alla corruzione, pensiamo sia dovere delle istituzioni garantire l'individuazione dei responsabili e vorremmo che la solidarietà si trasformi presto in fatti concreti, istituzionali e duraturi, perché il pluralismo informativo e la sicurezza di chi lo esercita sono beni comuni da difendere ogni giorno.

Ma non solo, occorre un impegno sistematico e coordinato per proteggere i giornalisti che indagano in profondità sulle reti della corruzione, della criminalità organizzata e degli interessi pubblici e privati, ben prima che le minacce prendano la forma di ordigni o di vittime. La libertà di stampa non è un privilegio dei giornalisti: è una condizione pubblica della libertà dell'intera società. E poiché nella difesa dei principi costituzionali anche il linguaggio pubblico conta: la condanna della violenza e dell’intimidazione deve essere netta, trasversale e priva di ambiguità. È in gioco la sicurezza individuale dei giornalisti e la capacità collettiva di vigilare sulla legalità e sulla correttezza della vita pubblica.

La recente aggressione è anche un sintomo di un clima generale di isolamento e delegittimazione nei confronti dei giornalisti investigativi: negli ultimi anni le pressioni di natura economica, legale e politica sul lavoro giornalistico sono in crescita e nel 2025 l’Italia ha registrato un peggioramento nella classifica internazionale della libertà di stampa. Un indicatore che segnala come le minacce al pluralismo informativo abbiano cause molteplici: violenza fisica, campagne di delegittimazione, pressione economica sui media e uso strategico delle cause civili e penali per intimidire chi indaga.

In Italia il processo legislativo di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche si è arenato e risulta sempre più diffuso e allarmante il ricorso ad azioni legali contro i giornalisti, le cosiddette SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation): azioni giudiziarie - spesso civili, talvolta penali - che mirano a intimidire, rallentare o dissanguare economicamente chi svolge attività giornalistica o civica nell’interesse pubblico. 

ll report "SLAPPs in Europe: Mapping Trends and Cases" della Coalizione europea contro le SLAPP (CASE), di cui come Transparency Inyernational Italia siamo parte attiva, ha segnalato l’Italia come il Paese con il più alto numero di casi di azioni vessatorie o temerarie nel 2023 (26 totali). Una tendenza preoccupante che vede le querele per diffamazione tra gli strumenti più utilizzati per silenziare il dissenso e la segnalazione di illeciti. L’entrata in vigore delle regole europee contro le SLAPP, ad aprile 2024, rappresenta un passo avanti rilevante ma è ora essenziale recepire pienamente e applicare quei meccanismi di tutela procedurale nel nostro ordinamento, garantendo che la giustizia non diventi strumento di censura privata.

Cosa sono le SLAPP?

Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) sono quell’insieme di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Spesso si tratta di azioni superficiali e prive di contenuto, che mirano a intimidire, screditare professionalmente e molestare i destinatari, con l’obiettivo di ricattarli e metterli a tacere. Le SLAPP sono dette anche cause temerarie o querele bavaglio, poiché costringono al silenzio giornalisti, attivisti, whistleblower e chiunque porti alla luce fatti nell’interesse pubblico.

Transparency International Italia partecipa alla Coalizione anti-SLAPP Case Europe insieme ad oltre 40 organizzazioni della società civile europea impegnate per il diritto dei cittadini ad essere informati su questioni di interesse pubblico e dei giornalisti di scriverne liberamente.
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