La Direttiva europea anti-SLAPP per la protezione della libertà di espressione e della partecipazione pubblica di giornalisti, attivisti e whistleblower è stata approvata dal Parlamento Europeo con 546 voti favorevoli, 47 contrari e 31 astensioni.
Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) sono quell’insieme di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Spesso si tratta di azioni superficiali e prive di contenuto, basate su richieste esagerate e il più delle volte abusive che mirano a intimidire, screditare professionalmente e molestare i destinatari, con l’obiettivo di ricattarli e metterli a tacere. Le SLAPP sono dette anche cause temerarie o querele bavaglio, poiché costringono al silenzio giornalisti, attivisti, whistleblower e chiunque porti alla luce fatti nell’interesse pubblico.
Nel 2022 la Commissione europea, visto l’aumento delle cause temerarie e le forti pressioni per un intervento, propose una raccomandazione con efficacia immediata, anche se non vincolante, che raccoglieva precise indicazioni da applicare nei casi nazionali ed avviò l’iter di una prima proposta di Direttiva anti-SLAPP, il cui testo si concentrava sui casi transfrontalieri e riconosceva il fatto che le SLAPP potessero avere un impatto su tutti coloro che si espongono nell’interesse pubblico. Tra gli elementi fondamentali contenuti nella Direttiva erano incluse le garanzie sul meccanismo di archiviazione anticipata, un sistema di sanzioni e misure di tutela per le vittime di SLAPP.
Nel 2022 chiedevamo che gli standard minimi presenti nelle raccomandazioni - che gli Stati erano invitati a seguire fin da subito - venissero applicati anche ai casi dei singoli Stati membri dell’Unione Europea. Il testo approvato dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024 ha integrato importanti tutele: l'ampliamento dell'ambito soggettivo della protezione, il diritto al risarcimento dei danni e un meccanismo di archiviazione anticipata per le denunce manifestamente infondate. La Direttiva è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 16 aprile 2024.
Il 5 aprile il Consiglio d'Europa ha approvato una Raccomandazione sulle SLAPP che stabilisce standard solidi e autorevoli che gli Stati membri devono rispettare per assicurare l'adempimento dei loro obblighi in materia di diritti umani. La Raccomandazione non è vincolante ma che, se realmente applicata, potrebbe limitare in modo significativo i danni causati dalle SLAPP - Strategic Lawsuits Against Public Participation chiamate anche cause temerarie e querele bavaglio.
La vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova chiamò la Direttiva “la legge di Daphne”, in ricordo la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia uccisa nel 2017 mentre era vittima di numerosi procedimenti legali a suo carico (48), e che con la sua tragica vicenda ha contribuito a sollevare l’attenzione sul tema.
La proposta e infine l’approvazione della Direttiva europea Anti-SLAPP è stata possibile anche grazie all’intensa mobilitazione Coalition Against SLAPPs in Europe (CASE), della quale siamo membri insieme ad oltre 40 organizzazioni della società civile europea impegnate per il diritto dei cittadini ad essere informati su questioni di interesse pubblico e dei giornalisti di scriverne liberamente.
Il ricorso alle SLAPP in Italia è molto diffuso. La normativa più utilizzata per istigare casi di SLAPP è la diffamazione sia per via civile sia per via penale, ma anche il diritto alla privacy e il diritto all’oblio vengono usati impropriamente per impedire la rivelazione di informazioni scomode. Spesso, le minacce legali precedono persino la pubblicazione dell’inchiesta, innescando meccanismi di auto-censura. Il Parlamento italiano è già stato esortato ad allinearsi con le pronunce della Corte Costituzionale in tema di diffamazione e in questi giorni è ripartito il dibattito parlamentare sul tema ed è ripreso in Commissione giustizia al Senato l’esame dei Disegni di legge in materia Diffamazione a mezzo stampa e lite temeraria (ddl 466, 81, 95, 573, 616).
Entro il 7 maggio 2026 la Direttiva dovrà essere trasposta nel nostro ordinamento e ci auguriamo che il processo sia partecipato e aperto alle consultazioni di esperti e società civile per garantire una normativa chiara ed efficace.
Leggi il comunicato stampa Anti-SLAPP: nuove norme UE per proteggere media e attivisti dalle intimidazioni