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Il futuro della lotta alla corruzione nell'Unione Europea e a rischio

tempo di lettura: 4 min
Politica
Società civile

#IntegrityEU

Traduzione da Future of fighting corruption in the EU stands on knife’s edge

Transparency Int'l

Mentre alcuni paesi dell'Unione Europea ottengono costantemente buoni risultati nell'Indice di Percezione della Corruzione (CPI), gli ultimi risultati mostrano un calo della media della regione per il secondo anno consecutivo. Questo calo coincide con i recenti scandali come il Qatargate e gli Uber Files, che evidenziano il persistere del problema della corruzione all'interno dell'UE.

Uno studio stima che la corruzione costi ogni anno 990 miliardi di euro ai paesi europei. L'UE non è insensibile al problema e sta lavorando a una Direttiva Anticorruzione per armonizzare le leggi anticorruzione in tutta l’Unione, con l'obiettivo di rispettare - e si spera superare - gli standard globali. Tuttavia, questo sforzo è ora a rischio.

Nel maggio 2023, la Commissione Europea ha proposto una Direttiva che il Parlamento ha poi sviluppato con una posizione ambiziosa nel febbraio 2024, incorporando diverse raccomandazioni di Transparency International. Tuttavia, il Consiglio dell'Unione Europea ha rilasciato una posizione molto più debole nel giugno 2024, con alcuni Stati membri che hanno cercato di indebolire la normativa.

A fine gennaio 2025 le tre istituzioni dell'Unione Europea hanno avviato i triloghi (negoziati trilaterali) per finalizzare la Direttiva e sarà fondamentale che il Consiglio si allinei alla posizione del Parlamento. In caso contrario, l’adozione di una legislazione debole consentirebbe alla corruzione di continuare a diffondersi all'interno dell'UE.

Perché l'Unione Europea ha bisogno di una Direttiva anticorruzione?

Attualmente, ogni paese dell'UE adotta e applica le proprie leggi anticorruzione in modo indipendente. Questo facilita le pratiche corruttive negli Stati dell’Unione con regole più permissive. Ad esempio, in Italia nel 2024 è stato abrogato l'abuso d'ufficio per i pubblici ufficiali. Si tratta di lacune giuridiche che ostacolano l'armonizzazione delle norme, creando un punto debole che impedisce la cooperazione tra gli Stati membri, poiché i reati riconosciuti in alcuni Paesi potrebbero non essere perseguibili in altri.

Questo mosaico di norme influisce anche sulle misure volte a prevenire la corruzione e aumentare la trasparenza. Ad esempio, le regolamentazioni in materia di lobbying variano notevolmente da un Paese all’altro all'interno dell'Unione. In Polonia, ad esempio, la definizione di lobbista è così ristretta che prima del 2024 solo 19 persone erano tenute a registrarsi come tali. Nei Paesi Bassi, dove la registrazione dei lobbisti è volontaria, nel 2023 solo 72 persone si sono iscritte, lasciando spazio a interessi poco trasparenti che possono influenzare le scelte del Governo. Al contrario, Paesi come Francia e Germania, che definiscono il lobbying in maniera più rigorosa, si contano migliaia di lobbisti registrati.

Esiste anche un'enorme divergenza negli standard di trasparenza per il finanziamento alla politica. Nel 2024 sono stati segnalati solo sette dei 27 paesi dell'UE che richiedono ai propri partiti politici di rivelare l'identità dei donatori privati. L’analisi di Transparency International mostra che le lacune, come le spese di terzi non regolamentate, la poca trasparenza dei donatori aziendali, la rendicontazione non immediata in formati inadeguati e senza un'attenta supervisione, sono comuni in tutta l’Unione Europea, con il risultato finale di non rendere conoscibile agli elettori chi finanzia i partiti e i candidati.

L'Unione Europea ha ora l'opportunità di garantire che i Paesi attuino efficacemente gli impegni assunti nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC), assicurando che le questioni più rilevanti per gli Stati membri dell'Unione siano affrontate in maniera equilibrata e significativa. La Direttiva offrirebbe inoltre la possibilità di richiedere a istituzioni, organi, uffici e agenzie dell'Unione Europea di adottare misure che garantiscano il massimo livello di integrità, trasparenza e responsabilità in tutta l’area.

Leggi Le raccomandazioni di Transparency International sulla Direttiva Europea Anticorruzione

Qual è la posizione del Consiglio?

La legislazione dell'Unione Europea viene proposta dalla Commissione Europea e deve essere negoziata e concordata per consenso tra il Parlamento Europeo e il Consiglio. Il Consiglio è composto dai governi di ciascuno Stato dell'Unione Europea e, nel caso della Direttiva proposta, sembra essere diventato un forum per coloro che hanno misure anticorruzione deboli e che intendono indebolirla. Alcuni Paesi si sono opposti a determinate disposizioni per mantenere lo status quo all'interno dei propri confini: per esempio l'Italia ha cercato maggiore flessibilità nella posizione del Consiglio sulla criminalizzazione dell'abuso d'ufficio, che consentirebbe al Paese di mantenere le sue recenti riforme.

Nel complesso, il progetto del Consiglio riduce l'efficacia della Direttiva su due aspetti fondamentali: la prevenzione e la criminalizzazione.
  1. Indebolisce le misure di prevenzione riducendo al contempo i termini di prescrizione, complicando l'individuazione degli atti di corruzione prima che si verifichino e il loro perseguimento una volta commessi.
  2. Più precisamente, in materia di prevenzione, limita i requisiti di trasparenza e divulgazione, rendendo più difficile individuare la corruzione e la cooperazione tra Stati per portarla alla luce.

A peggiorare ancora le cose, il testo introduce formulazioni che creano ulteriori scappatoie legali e complicano potenzialmente la sua trasposizione negli Stati membri. In alcuni casi, il linguaggio utilizzato è più vago, il che consente a casi considerati ambigui di sfuggire alle sanzioni. In altre occasioni è così specifica che si applica solo a situazioni rare. Ad esempio, la posizione più flessibile del Consiglio sul traffico di influenze riflette il linguaggio utilizzato nel diritto irlandese, che richiede la prova di un indebito influsso più forte nei casi penali - il che impone un onere della prova più elevato e rende più difficili le condanne. Al contrario, le norme della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) utilizzano una definizione più ampia di influenza reale o presunta.

Come può la Direttiva anticorruzione essere più efficace?

La Direttiva offre all'Unione Europea l'opportunità di affrontare i rischi di corruzione in tutti gli Stati membri e garantire che ciascuno di essi, senza eccezioni, disponga di efficaci norme di prevenzione e applicazione delle leggi anticorruzione. Il Parlamento ha fornito un modello di come potrebbe essere un solido quadro di prevenzione. Inoltre, il fatto che molte di queste disposizioni siano già attuate in alcuni Stati membri dimostra la loro fattibilità e praticità. In particolare, un solido insieme di strumenti di integrità, tra cui la dichiarazione e la verifica dei beni e degli interessi dei funzionari pubblici, la gestione dei conflitti di interesse, i controlli sul fenomeno delle porte girevoli tra il settore privato e governo, l'adesione ai principi di open data e la trasparenza nel finanziamento dei partiti politici, renderebbe molto più difficile ai corrotti operare in tutta l’Unione.

Sono inoltre necessarie alcune misure chiave per rafforzare le forze dell'ordine e responsabilizzare i corrotti, garantendo che rispondano delle loro azioni. Un passo fondamentale è la creazione di un quadro per le risoluzioni extragiudiziali (non-trial resolutions) che promuova la trasparenza e l'equità dei risultati. Poiché gli accordi negoziali diventano sempre più comuni, regole chiare devono garantire che servano da vero deterrente e non solo da costo di gestione per i trasgressori.

Altrettanto importante è la protezione dei diritti delle vittime e la previsione di rimedi adeguati. I cittadini e gli Stati vittime dalla corruzione devono essere identificati, opportunamente informati, inclusi nei procedimenti legali ed equamente risarciti, soprattutto perché molti di loro non dispongono delle risorse necessarie per intraprendere azioni legali autonomamente. Anche la rappresentanza della società civile dovrebbe svolgere un ruolo attivo, alle organizzazioni dovrebbe essere consentito chiedere giustizia per conto dei gruppi interessati, riducendo così l'eccessivo affidamento alle autorità per rappresentare contemporaneamente gli interessi dello Stato e delle vittime. La responsabilità penale obbligatoria per le imprese è essenziale per ritenerle responsabili, anche quando non è possibile identificare i singoli autori coinvolti nelle pratiche illecite.

Un'opportunità da non sprecare

La Direttiva europea anticorruzione rappresenta un'occasione cruciale per compiere un significativo passo avanti nella lotta alla corruzione nell'Unione Europea e nel garantire che i governi lavorino al meglio per i propri cittadini. Tuttavia, ciò potrà realizzarsi solo se il Parlamento e la Commissione sapranno opporsi con determinazione ai tentativi di alcuni Stati membri di indebolire il testo all'interno del Consiglio. L'opportunità di un vero cambiamento è appesa a un filo perché resta il fatto che le proposte della Commissione e del Parlamento potrebbero aiutare a prevenire il prossimo Qatargate. Quelle del Consiglio, invece, no.

Leggi anche L'Unione europea aumenterà i suoi standard anticorruzione?

Scopri di più sulla Direttiva Europea Anticorruzione

Nel 2023 la Commissione europea ha proposto una Direttiva specifica sulla lotta alla corruzione. La Direttiva si propone l'obiettivo di armonizzare la legislazione anticorruzione dei 27 Stati membri e rendere obbligatoria nel diritto comunitario l’incriminazione per i reati previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC).
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