“Ce lo chiede l’Europa”. Questa frase che ritorna spesso nella cronaca politica degli ultimi tempi è il segnale che qualcosa nel nostro ordinamento non sta funzionando come dovrebbe. Nonostante i diversi progressi compiuti negli ultimi anni in tema di trasparenza e anticorruzione, la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto se si guarda al livello di avanzamento a cui altri Paesi sono già arrivati. Le ultime raccomandazioni dall’Europa su questi temi sono arrivate tramite l’annuale Relazione sullo Stato di Diritto pubblicata lo scorso 13 luglio.
La relazione sullo Stato di Diritto è una valutazione qualitativa condotta annualmente dalla Commissione Europea che esamina gli sviluppi avvenuti nei 27 Stati Membri dell’Unione rispetto a quattro aree tematiche: il sistema giudiziario, il quadro anticorruzione, il pluralismo dei media e altri aspetti istituzionali che garantiscono l’equilibrio dei poteri all’interno di uno Stato, quali ad esempio l’inclusività del processo legislativo e il ruolo della società civile.
L’edizione 2022 arriva in una fase storica – quella dell’emergenza pandemica prima e dell’aggressione russa all’Ucraina poi - in cui l’Unione Europea ha ancora più necessità di tutelare e sostenere i valori e le istituzioni su cui si fondano le democrazie europee. Le valutazioni e le raccomandazioni inviate quest’anno agli Stati assumono dunque ancora più importanza e devono essere accolte dai Governi nazionali con la giusta consapevolezza che quella indicata è la via necessaria da percorrere per rafforzare le nostre democrazie e renderle un modello di trasparenza, legalità, tutela dei diritti e progresso.
La relazione mette in evidenza le novità positive che hanno iniziato a trovare attuazione nel nostro Paese negli ultimi 12 mesi, a partire dalla digitalizzazione del sistema giudiziario in ambito civile e dalle misure volte a contrastare e risolvere il problema dell’efficienza della giustizia.
Tuttavia, la digitalizzazione del sistema giudiziario in sede penale e nelle procure fatica a prendere forma. I ritardi della giustizia penale incidono anche sulle azioni in materia di anticorruzione. La scarsa digitalizzazione, accessibilità e interoperabilità dei dati inficiano il lavoro di chi quotidianamente indaga sui fenomeni di corruzione.
Inoltre, leggi fondamentali per la prevenzione e il contrasto della corruzione non riescono ancora a vedere la luce, con estremo ritardo rispetto a quanto già fatto in molti altri Paesi europei. Tra queste vi sono la legge sul whistleblowing (di trasposizione della direttiva europea), la legge che regolamenta le attività di lobbying e la normativa sui conflitti di interessi.
"La pratica di incanalare le donazioni ai partiti attraverso fondazioni e associazioni politiche costituisce un grave ostacolo alla responsabilità pubblica, perché le transazioni sono difficili da tracciare e non esiste un registro unico comune." - Cit. Commissione Europea, Relazione sullo Stato di Diritto 2022
Il sistema italiano di finanziamento privato della politica ha portato negli ultimi anni ad un ruolo crescente dei “soggetti terzi” (associazioni, fondazioni e comitati) che permettono di far confluire denaro alla politica, riuscendo a sfuggire alle norme di trasparenza.
Perché se è vero che la legge n. 3 del 2019 (così detta Spazzacorrotti) ha introdotto requisiti di trasparenza anche per questi soggetti, la possibilità di risalire a tutte le fondazioni e associazioni “politiche” (secondo i criteri stabiliti dalla legge) è ancora inadeguata, così come è limitato il tracciamento e il monitoraggio di questi flussi per mancanza di dati di buona qualità, riutilizzabili e interoperabili. Per questo, tra le raccomandazioni all’Italia contenute nella Relazione, vi è quella di introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne.
Per sopperire alla scarsa e pessima qualità dei dati a disposizione, Transparency International Italia ha creato nel 2019 la piattaforma soldiepolitica.it che rende disponibili i dati sui finanziamenti a partiti e candidati attraverso una dashboard che ne facilita la lettura e un portale open data per ulteriori analisi e approfondimenti. Nei prossimi mesi la piattaforma verrà aggiornata e si arricchirà di nuove informazioni, in attesa che il sistema di trasparenza dei finanziamenti venga migliorato e reso più efficace, “così come chiede l’Europa”.
Sulla news Lobby nera: proposte su finanziamento alla politica è possibile leggere alcune delle proposte avanzate a seguito dell’ennesimo scandalo legato al finanziamento alla politica.
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