I Patti di integrità come presidio contro la corruzione e per il perseguimento del bene comune.
Nei rapporti amministrativi (concessioni, autorizzazioni e permessi) e privati (appalti, somministrazione di servizi e consulenze). Negli appalti in particolare, parte consistente della spesa pubblica e strumento politico fondamentale per la crescita economica, i cui interessi finanziari, il volume delle transazioni e le interazioni tra pubblico e privato comportano rischi significativi di integrità e cattiva gestione.
All'inizio degli anni Duemila, l'Italia affrontò con crescente attenzione i temi della trasparenza e della lotta alla corruzione e fu in quel contesto che il Comune di Milano introdusse i primi esempi di Patto di Integrità adattato all’ordinamento italiano, su proposta di Transparency International Italia con Maria Teresa Brassiolo (ex Presidente) e con il supporto di Mariangela Zaccaria (funzionaria ufficio gare e appalti del Comune) [1]. I buoni risultati ottenuti dalla sperimentazione condussero alla firma, nel 2009, di un Protocollo di intesa con ANCI per la diffusione dei Patti di Integrità da parte dei Comuni italiani. [2]
Il primo test milanese dei Patti di Integrità introdusse l’impegno di integrità da parte dei partecipanti alle gare e l’applicazione di sanzioni in caso di una sua violazione, compresa l'esclusione dalla gara con la perdita della cauzione per i comportamenti illeciti. In particolare, si riuscì ad arginare il fenomeno dei collegamenti sostanziali tra aziende partecipanti alla stessa gara che, facendo capo ad un’unica proprietà, miravano a pilotare e turbare il maccanismo delle offerte. Nel 2006 il collegamento sostanziale tra imprese partecipanti alla stessa gara venne proibito dal Codice dei contratti pubblici. L’adozione dei Patti di integrità ha anticipato di diversi anni il sistema normativo nazionale, il Patto è stato accolto dalla Legge anticorruzione 190/2012 ed è stato fonte di ispirazione per i controlli di integrità nel Nuovo Codice degli Appalti (D. Lgs. 36/2023).
Negli ultimi anni, insieme a enti e università (Bergamo, Pisa, Roma, Trento, Parma), sono stati realizzati incontri, workshop e convegni volti ad approfondire le modalità di definizione e applicazione del Patto di integrità. Si tratta di uno strumento moderno, pratico, capace di favorire la trasparenza e l'integrità tra pubblico e privato, nonché la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini alla salvaguardia del bene comune. Trasparency International Italia è a disposizione di tutte le amministrazioni pubbliche per ogni supporto normativo e pratico alla sua applicazione in favore delle comunità locali. – ha detto Michele Calleri, Presidente Transparency International Italia
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[1] La sperimentazione milanese fu ideata e sostenuta da Maria Teresa Brassiolo, ex Presidente di Transparency International Italia e Ambrogino D’Oro nel 2013, e Mariangela Zaccaria, funzionaria dell’ufficio gare e appalti del Comune di Milano e Premio Ambrosoli nello stesso anno.
[2] I buoni risultati ottenuti dalla sperimentazione hanno condotto alla firma di un Protocollo di Intesa, il 10 Ottobre 2009, tra SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Transparency International Italia per la diffusione dei Patti di Integrità.
Iniziativa | Stazione appaltante | Settore | Anno |
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Museo e Parco Archeologico di Sibari (Calabria) |
Segretariato MIBACT Calabria | Cultura |
2017 |
Madonie resilienti: laboratorio di futuro |
Unione Comuni Madonie | Educazione, Sanità, Infrastruttura, Trasporti | 2017 2021 |
Assistenza Tecnica al Fondo Sociale Europeo | Regione Lombardia | Servizi | 2016 2021 |
Tramvia di Cagliari (Sardegna) | ARST | Infrastruttura, Transporti | 2015 2021 |