Promuovere l'integrità negli appalti pubblici con il monitoraggio della cittadinanza
Gli appalti pubblici rappresentano una parte consistente della spesa pubblica nella maggior parte dei Paesi. Non sono solo una componente cruciale della gestione delle finanze pubbliche, ma anche uno strumento politico fondamentale per promuovere la crescita economica e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Tuttavia, gli interessi finanziari in gioco, il volume delle transazioni e le strette interazioni tra il settore pubblico e quello privato comportano rischi significativi di integrità e cattiva gestione che potrebbero comprometterne i risultati.
Una maggiore trasparenza e digitalizzazione, supervisione e controllo, coinvolgimento dei cittadini e solidi meccanismi di applicazione della legge sono fondamentali per salvaguardare il buon governo e l'integrità negli appalti pubblici, ma potrebbero non essere sufficienti per affrontare efficacemente i molteplici rischi connessi, soprattutto in contesti di indebolimento della governance e dello Stato di diritto. Queste misure devono essere integrate da sforzi strutturati e collaborativi, sotto forma di "azione collettiva" tra governi, settore privato e società civile.
Il Patto di Integrità, ideato da Transparency International negli anni '90, è una delle tipologie più diffuse di azione collettiva nell'ambito degli appalti pubblici. Prevede un accordo pubblico tra le autorità aggiudicatrici e gli offerenti per impegnarsi a favore della trasparenza e dell'integrità, nonché un sistema di monitoraggio che prevede una supervisione indipendente da parte della società civile. Negli ultimi due decenni è stato implementato in almeno 28 paesi in tutto il mondo, apportando benefici a centinaia di progetti pubblici, dall'acquisto di medicinali allo sviluppo di infrastrutture.
Il Patto di Integrità è stato elaborato da Transparency International agli inizi degli anni ’90 ed è una delle tipologie più diffuse di azione collettiva nell'ambito degli appalti pubblici. Dalla sua ideazione è stato applicato in circa 28 Paesi, apportando benefici a centinaia di progetti pubblici, dall'acquisto di medicinali allo sviluppo di infrastrutture.
Un documento che viene siglato dall’ente appaltante, da tutte le società partecipanti alla gara e da un ente monitorante. Prevede un controllo incrociato e sanzioni nel caso in cui si cerchi di eluderlo. Si applica immediatamente, dalla fase preliminare di analisi dei bisogni, fino alla fine dell’esecuzione, non complica l’iter burocratico e non comporta nessun costo.
Il suo obiettivo è quello di aiutare governi, economia e società civile nella lotta alla corruzione nel settore degli approvvigionamenti pubblici, dotando le amministrazioni locali di uno strumento aggiuntivo, deterrente contro la corruzione, che possa compensare meccanismi legislativi a volte incompleti o funzioni di controllo e repressione, spesso latenti ed inefficaci.