SLAPP: no all’abuso di potere su chi si espone nell’interesse pubblico

Le SLAPP, le cosiddette “cause temerarie”, sono in aumento in tutta Europa. Stabilire standard minimi per una migliore tutela di chi segnala illeciti è fondamentale per la lotta alla corruzione, nazionale e transfrontaliera. Insieme alla coalizione CASE accogliamo con favore le misure proposte dalla Commissione europea.

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Whistleblowing
Supporto ai segnalanti

Per chi non lo sapesse le SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation) sono quell’insieme di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Spesso si tratta di azioni superficiali e prive di contenuto, basate su richieste esagerate e il più delle volte abusive che mirano a intimidire, screditare professionalmente e molestare i destinatari, con l’obiettivo di ricattarli e metterli a tacere. 

Attraverso il nostro lavoro quotidiano con i whistleblower, ci siamo resi conto che esiste una dinamica ricorrente che coinvolge chi segnala illeciti. Spesso, infatti, queste persone non solo subiscono abusi di potere, ma si trovano a dover affrontare una causa penale per diffamazione da parte della persona segnalata o dall’ente stesso. Ed è qui che subito riscontriamo gli elementi che caratterizzano una SLAPP: 

  1. Sbilanciamento di potere e di risorse economiche tra chi da il via ad una causa e chi la deve subire.
  1. Intento intimidatorio dell’azione legale nei confronti di una persona che si è esposta nell’interesse pubblico. 

Pur sapendo che il tema delle SLAPP è di grande rilievo specialmente in ambito giornalistico, ci siamo accorti di quanto sia importante anche nelle segnalazioni che riceviamo ogni giorno sulla piattaforma ALAC - Allerta Anticorruzione. In particolare, in due fasi della segnalazione: quando il whistleblower valuta la possibilità di segnalare e quando il segnalante diventa soggetto di ritorsione. Nella prima fase, la sola minaccia di “causa temeraria” da parte del potenziale ente segnalato potrebbe fortemente scoraggiare il whistleblower nel suo esporsi, perché si troverebbe a sostenere costi legali spropositati. Per quanto riguarda invece il momento in cui il segnalante subisce ritorsioni, la SLAPP non sarebbe altro che un ulteriore ritorsione che renderebbe il peso insopportabile. 

Insieme alla coalizione CASE (Coalition Against SLAPPs in Europe) - che sul tema delle SLAPP lavora ormai da qualche tempo - abbiamo quindi capito quanto il tema fosse rilevante sia per tutelare giornalisti, cittadini e attivisti, ma anche i whistleblower. Da qualche mese, inoltre, abbiamo creato un gruppo di lavoro italiano per avviare attività di advocacy anche nel nostro Paese. Con noi: Greenpeace Italia, l’Osservatorio Balcani e Caucaso, l’Environmental Paper Network e diversi esperti e altre organizzazioni che lavorano sul tema.  

Cosa è successo negli ultimi mesi? 

La Commissione europea, visto l’aumento delle cosiddette “cause temerarie” in tutta l’unione e le forti pressioni per un intervento, ha pubblicato una proposta di Direttiva anti-SLAPP che riteniamo essere un primo passo cruciale nel contrastare abusi di potere in tutta Europa. 

Proprio oggi si è svolta la conferenza stampa nella quale i rappresentanti di CASE hanno risposto alle misure proposte dalla Commissione europea. Il testo della Direttiva si concentra sui casi transfrontalieri e riconosce che le SLAPP possono avere un impatto su tutti coloro che si espongono nell’interesse pubblico. Tra gli elementi fondamentali contenuti nella proposta di Direttiva sono incluse le garanzie che abbiamo suggerito negli ultimi anni e in particolare un meccanismo di archiviazione anticipata, un sistema di sanzioni e misure di tutela per le vittime di SLAPP. 

Se il testo fa riferimento ai soli casi transfrontalieri, quello che noi chiediamo è però che gli standard minimi presenti nelle raccomandazioni - che gli Stati sono invitati a seguire fin da subito - siano applicati anche ai casi dei singoli Stati membri dell’Unione Europea. 


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