Valentina Donini
Ricercatrice presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione di Roma - Portavoce Forum Governo Apertodi Valentina Maria Donini
Ricercatrice presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione di Roma - Portavoce Forum Governo Aperto
Da L’impatto dell’intelligenza artificiale nella lotta alla corruzione: opportunità, sfide e prospettive
Pubblicato su “Amministrativamente“ , Rivista scientifica trimestrale di diritto amministrativo (Classe A)
Università degli Studi di Roma (Foro Italico) | Fascicolo 1/2025
Gli ambiti in cui il ricorso all’intelligenza artificiale potrebbe contribuire alla prevenzione della corruzione sono numerosi. Un primo esempio è il rapporto con la trasparenza: l’intelligenza artificiale può ottimizzare la gestione, l’analisi e l’accessibilità dei dati pubblici, semplificando l’individuazione di anomalie o comportamenti sospetti. Si tratta sostanzialmente di un modo per ridurre i tempi, affidando compiti ripetitivi, come ad esempio analizzare ampi dataset, a un’intelligenza artificiale [1]. In questa direzione si inserisce la Piattaforma Unica della Trasparenza, attualmente in sviluppo da parte dell'Autorità Nazionale Anticorruzione in collaborazione con il CNR, che prevede l’impiego di tecnologie di intelligenza artificiale per il recupero e l’analisi delle informazioni pubblicate dalle amministrazioni.
Ma soprattutto, facilitare la trasparenza vuol dire incentivare il monitoraggio civico: l’intelligenza artificiale rappresenta, infatti, un potente strumento per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini e migliorare la trasparenza nei processi decisionali. Un esempio significativo è rappresentato dal cosiddetto botivism, una pratica che utilizza chatbot e algoritmi intelligenti per mobilitare le persone, facilitare il dialogo con le istituzioni e sensibilizzare su tematiche di interesse pubblico. Grazie a strumenti basati sull’intelligenza artificiale, i cittadini possono accedere facilmente a informazioni complesse e frammentate, ricevendo spiegazioni chiare e personalizzate sui processi amministrativi e sulle politiche pubbliche. Questi strumenti possono anche automatizzare la raccolta di segnalazioni, feedback e proposte, rendendo il processo partecipativo più inclusivo e accessibile [2].
Un esempio interessante dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio civico è rappresentato dal bot Rosie, sviluppato in Brasile nell’ambito della Operação Serenata de Amor.
Il bot era un sofisticato strumento basato su algoritmi di machine learning, progettato per esaminare le spese dei parlamentari brasiliani, incrociarle con dati provenienti da altre fonti, come ad esempio la presenza al Congresso, il catasto, e anche piattaforme come Google, Four Square e Yelp. L’obiettivo era evidenziare potenziali irregolarità, fenomeni di assenteismo o sprechi nell’utilizzo di fondi pubblici.
Quando Rosie individuava l’anomalia, il sistema generava automaticamente un tweet che segnalava il problema e invitava i follower a verificare e controllare l’informazione. Questo approccio non solo rendeva più trasparente l’attività di monitoraggio, ma stimolava altresì una partecipazione dal basso, coinvolgendo i cittadini nell’analisi e denuncia di irregolarità. Si trattava quindi di un esempio innovativo e interessante di come le tecnologie più avanzate possano integrarsi con l’attivismo civico per promuovere trasparenza e integrità. Nonostante il sistema funzionasse bene sotto il profilo meramente tecnico, si sono riscontrate alcune criticità.
In particolare, i dati generati dal bot non erano considerati strumenti probatori adeguati e sufficienti per avviare procedimenti legali. Ciò impediva quindi che le eventuali anomalie rilevate potessero tradursi in azioni concrete e successivi controlli da parte delle autorità competenti [3].
Inoltre, il rischio di diffondere segnalazioni inesatte o non contestualizzate ha sollevato dubbi sull’affidabilità del sistema e sulla sua capacità di operare in modo responsabile ed equo. Questi problemi hanno portato alla disattivazione di Rosie, ma l’esperienza rappresenta comunque un caso di studio significativo [4]. Ha dimostrato il potenziale dell’intelligenza artificiale nel promuovere la trasparenza e l’impegno civico, evidenziando al contempo la necessità di garantire che tali strumenti siano accompagnati da un’adeguata governance e integrazione con i processi istituzionali. Progetti simili potrebbero trarre vantaggio da una maggiore collaborazione con le istituzioni pubbliche, dalla definizione di standard di qualità per i dati utilizzati e dalla creazione di meccanismi per trasformare le segnalazioni in interventi concreti e verificabili. L’esperienza di Rosie dimostra, infatti, che per sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio civico, è fondamentale che ci sia un equilibrio tra innovazione tecnologica, trasparenza e solidità giuridica, per evitare che le tecnologie si limitino a un ruolo puramente simbolico o marginale.
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[1] Come scrivono N. KÖBIS, C. STARKE, I. RAHWAN, Artificial Intelligence as an Anti-Corruption Tool (AI-ACT) Potentials and Pitfalls for Top-down and Bottom-up Approaches, in Computer Science, 2021, p, 6, il ricorso agli strumenti di intelligenza artificiale è un modo per porre “transparency in action”.
[2] S. SAVAGE, A. MONROY-HERNANDEZ, T. HÖLLERER, Botivist: Calling Volunteers to Action using Online Bots, in Proceedings of the 19th ACM Conference on Computer-Supported Cooperative Work & Social Computing, 2016, pp. 813 – 822; J.J. GEORGE, D.E. LEIDNER, From clicktivism to hacktivism: Understanding digital activism, in Information and Organization, 2019, 29, 3, pp. 1471-7727.
[3] Cfr. A. MATTONI, The grounded theory method to study data-enabled activism against corruption: Between global communicative infrastructures and local activists’ experiences of big data, in European Journal of Communication, 2020, 35(3), pp. 265-277.
[4] F. ODILLA, Bots against corruption: Exploring the benefits and limitations of AI-based anti-corruption technology, in Crime, Law and Social Change, 80, 2023, pp. 353-396.