CPI 2023. Le criticità dell'Italia su conflitto di interesse, lobbying, titolarità effettiva e microcorruzione

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L’evento di Presentazione dell'Indice di Percezione della Corruzione CPI 2023 si è tenuto martedì 30 gennaio 2024, presso lo Spazio Europa a Roma e in diretta streaming. Coordinati dal giornalista Sergio Luciano, Direttore Responsabile di Economy e Investire, sono intervenuti il Presidente di Transparency International Italia, Michele Calleri, e la Past President e Delegata Relazioni Istituzionali di Transparency International Italia, Iole Anna Savini. A seguire, il dialogo tra il Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, il Viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto e il Procuratore Aggiunto della Procura di Milano, Eugenio Fusco.

L'Indice di Percezione della Corruzione

Ad introdurre i lavori ed il tema della percezione è stato il giornalista Sergio Luciano, Direttore Responsabile di Economy e Investire - "la percezione è importante, perché è quella che poi ti colloca nel sistema in un certo modo. E abbiamo imparato a capire che la percezione dei fenomeni vale quanto il fenomeno, se non a volte addirittura di più. Però ci sono indici e indici, ogni volta su qualunque percezione si discute se sia il termometro a sbagliare o se sia il fenomeno a imporre quel dato." 

L'Indice di Percezione della Corruzione è sempre stato oggetto di dibattito e recentemente lo stesso Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha preso una posizione risoluta sull'"improbabilità" del CPI.
"Nel caso di questo indice, che non casualmente è tra i più seri e considerati del sistema, le metodiche, i campioni e lo storico, che è collaudato ormai da tanto tempo, ci restituiscono un quadro molto preciso della fenomenologia in sé e non solo quindi la sua percezione. E i dati sono sempre per questo particolarmente significativi e particolarmente rilevanti ai fini del dibattito che può conseguirne, deve conseguirne." - ha commentato il giornalista Sergio Luciano.

Il Presidente di Transparency International Italia, Michele Calleri, ha chiarito che il valore dell'Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International è “che misura elementi rilevabili, commisurabili all'interno di tutti gli Stati. Altri indici possono avere la difficoltà di avere una base dati comune perché, magari, in certi Paesi la pubblica accusa è trattata diversamente e meno indipendente, o perché in certi Paesi i reati sono definiti in maniera diversa rispetto a quello che succede nel nostro. L'unico indice, al momento, che riesce a valutare in maniera omogenea sulla base di dati omogenei, la percezione della corruzione è quello che viene proposto da Transparency International.”

E rispetto all'Italia e a ciò che l'Indice di Percezione della Corruzione può offrire al dibattito e all'azione anticorruzione, il Presidente Michele Calleri ha dichiarato che - “dobbiamo guardare più a quella che è la nostra performance, a cosa stiamo facendo noi per migliorare dal punto di vista soggettivo il contrasto alla corruzione, piuttosto che confrontarci con situazioni delle posizioni dei Paesi che sono più vicini a noi nel ranking.”

Una posizione che ricalca quella espressa dalla coordinatrice di Transparency International per l’Europa Occidentale e il Canada, Flora Cresswell, intervistata da IlFattoQuotidiano.it - “L’indicatore più importante non è tanto la posizione in classifica, che può variare secondo quanto fanno altri Paesi, ma il punteggio ottenuto.”

Italia. Le criticità del sistema di prevenzione della corruzione nel settore pubblico

Nel CPI 2023 l’Italia conferma il punteggio dello scorso anno (56) e si colloca al 42° posto nella classifica globale dei 180 Paesi oggetto della misurazione - "Il punteggio dell’Italia di 56 è un punteggio a cui siamo ormai avvezzi. Non è un brutto punteggio, ma siamo consolidati in un punteggio ormai da tre anni e dopo un notevole passo avanti che avevamo fatto negli ultimi anni.” ha dichiarato Iole Anna Savini, Past President e Delegata alle Relazioni istituzionali di Transparency International Italia, nel presentare il dato del nostro Paese.

Il punteggio medio dell'Europa occidentale è di 65 su 100 e il CPI 2023 conferma l’Italia al 17esimo posto tra i 27 membri dell’Unione Europea - “Anche nel CPI del 2023 si conferma l'Italia nel gruppo dei Paesi europei che comunque va valorizzato quanto all'impegno rispetto al fronte della trasparenza e dell'anticorruzione. Sappiamo tutti, quelli che sono stati le propulsive anche di quest'anno, in particolare sulla direttiva, sulla ratifica e sulla normativa in materia di whistleblowing del marzo scorso.” - ha dichiarato la Past President Savini.

Nonostante ciò, ad oggi, rimangono aperte alcune questioni che continuano ad incidere negativamente sulla capacità del nostro sistema di prevenzione della corruzione nel settore pubblico - Conosciamo quelli che sono dei punti di debolezza rispetto a cui tutti ancora vorremmo ambire. Tipica la disciplina sul lobbying, che da tempo attendiamo, e la tematica del conflitto di interessi, che è sempre particolarmente attenzionata anche dall'estero." - ha commentato la Past President Savini, aggiungendo che - "Una tematica importante è sicuramente quella della microcorruzione, a cui purtroppo siamo da molto tempo avvezzi e che è purtroppo endemica anche nel nostro sistema.” 

Anche il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, è intervenuto sottolineando l'importanza della regolamentazione del lobbying e del conflitto di interessi - "Abbiamo bisogno, perché ce lo dicono a livello internazionale e perché siamo uno dei pochi Paesi europei che non l'ha, di una regolazione sui portatori di interesse, una regolazione sulle lobby che non sia punitiva, non sia criminalizzante, ma parta dal presupposto che i portatori di interesse sono uno strumento utile anche per il decisore pubblico a tutti i livelli istituzionali, perché il decisore pubblico non è un tuttologo, ha bisogno di interloquire con la società civile". E sul conflitto di interessi il Presidente Busia ha poi aggiunto che - "Conflitto di interessi vuol dire stabilire dei limiti, perché il decisore pubblico non può ricevere dei benefici diretti o indiretti, finanziari o non finanziari, o dai soggetti che ci sono vicini, da questi gruppi di pressione.”

Il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione ha anche sottolineato la necessità di rendere operativa e obbligatoria la comunicazione sulla titolarità effettiva delle imprese che partecipano alle gare pubbliche - “Dobbiamo collegare il registro, purtroppo adesso sospeso, del titolare effettivo e inserirlo nel codice dei contratti pubblici, perché il pubblico deve sapere con chi contratta."  - ha aggiunto il Presidente Busia -"È collegato a quello che abbiamo fatto e stiamo facendo con fatica per la digitalizzazione dei contratti pubblici che è strumento essenziale per rendere più efficienti, più rapidi, più veloci tutte le procedure dei contratti e allo stesso tempo renderle maggiormente controllabili e visibili, allo stesso tempo garantire più concorrenza e quindi selezione delle imprese migliori: questa trasparenza nei contratti pubblici si deve completare anche col titolare effettivo.” 

Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia, ha valutato i risultati del CPI 2023 in maniera positiva e ha sottolineato l’importanza della prevenzione - “I risultati degli ultimi tre anni sono rincuoranti per il nostro Paese. Perché se dovessimo leggerli prendendo le mosse dai dieci anni precedenti, i passi avanti sono stati notevoli. Noi abbiamo un arsenale normativo di 17 norme contro la corruzione. E questo significa che le norme funzionano, ma soprattutto che gli strumenti anticorruzione cominciano veramente a funzionare e non c'è un passo indietro, che è un segnale molto simile al fatto che ci siano dei passi avanti.” 

Eugenio Fusco, il Procuratore Aggiunto della Procura di Milano, ha osservato l’importanza dell'Indice di Percezione della Corruzione nel contesto internazionale e l'imprescindibilità della componente culturale - “Il CPI è un indice che non può essere snobbato. Bisogna fare i conti con l'indice di percezione della corruzione di Transparency, perché l'Italia si colloca in un contesto internazionale. (...) Il nostro obiettivo deve essere sempre quello di migliorare il giudizio all'esterno. E come si fa? Certo non si fa solo attraverso i processi, perché l'anticorruzione come l'antimafia, è prima di tutto un fatto culturale. Deve partire dalle scuole, deve partire dalla prevenzione che si fa sia nel pubblico che nel privato, dalla 231. (...) Però il fenomeno sicuramente c'è. Non possiamo risolvere il problema della corruzione - e il discorso potrebbe valere anche per la mafia - mettendolo sotto il tappetto.” - ha concluso il Procuratore Aggiunto Fusco.

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