L’approvazione del decreto n.55 del marzo 2022 da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze fornisce la base per l’adozione del registro dei titolari effettivi, in ottemperanza alla V direttiva Europea antiriciclaggio. L’evento ha voluto identificare i benefici di questa misura per l’azione delle istituzioni e delle autorità che si interessano della lotta contro il riciclaggio di denaro e i reati finanziari.
Nella prima tavola rotonda, moderata da Susanna Ferro di Transparency International, ad intervenire sulla questione è stato Pierluigi Sodini, responsabile dell’Ufficio Organi Statutari e Consigli Camerali per Unioncamere. Il relatore ha condiviso una panoramica del processo di attuazione del registro dei titolari effettivi. Su disposizione del decreto ministeriale n.55/2022 – che prevede l’istituzione del registro dei titolari effettivi all’interno di una sezione appositamente dedicata del Registro Imprese – era prevista l’adozione entro 60 giorni di alcuni decreti ministeriali che disciplinassero il funzionamento di questo strumento. Nonostante la scadenza del termine previsto, questi decreti non sono ancora stati pubblicati. Solo successivamente saranno dunque stabilite le tempistiche con cui le imprese dotate di personalità giuridica, persone giuridiche private, trust o istituti giuridici affini dovranno effettuare la comunicazione dei titolari effettivi.
A certificare l’importanza dell’istituzione del registro era presente anche Walter Negrini, Capo Divisione Normativa e Rapporti Istituzionali dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia. Questo strumento agevolerebbe il lavoro dell’Unità nell’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette (SOS), che consiste innanzitutto nel verificare chi sia il titolare effettivo di una determinata società che produce comportamenti sospetti. Benché l’UIF si avvalga dell’imprescindibile collaborazione di professionisti (operatori bancari e finanziari) obbligati a svolgere un’approfondita verifica dei propri clienti, il registro dei titolari effettivi rappresenta un ausilio fondamentale, che finalmente mette l’Italia al passo con il resto d’Europa.
È stata inoltre sottolineata l’importanza che Unioncamere e le autorità preposte alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio collaborino instaurando un “tavolo tecnico”, con la funzione di coordinamento e risoluzione delle problematicità. Una di queste è data dalla possibile difformità tra le informazioni sulla titolarità effettiva presenti nel registro e quelle fornite dai soggetti obbligati tramite le SOS. Negrini auspica anche lo sviluppo di un approccio sistemico con gli altri paesi dotati del registro.
La partecipazione all’evento da parte di Nicola Altiero, Vicedirettore Tecnico Operativo della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), conferma la valenza trasversale del registro dei titolari effettivi. Il Generale Altiero sottolinea innanzitutto l’importanza di un’azione congiunta in risposta ad un fenomeno strutturato come il riciclaggio di denaro. Altresì, la banca dati fornita dal registro può stimolare un’azione che non è unicamente repressiva, ma soprattutto preventiva. Infatti, l’adozione del registro potrebbe avere una funzione deterrente e scoraggiare i soggetti interessati a compiere azioni criminose. Questo meccanismo può essere utile anche nel contrasto della criminalità organizzata e produrre un miglioramento circa quelle che sono le tempistiche di azione e la qualità dei dati a disposizione. Anche un’anomalia o una difformità – come quella tra titolari effettivi presenti nel registro e quelli segnalati dai soggetti obbligati – potrebbe essere sintomatica di un tentativo di mascheramento di un’azione fraudolenta meritevole di attenzione da parte della autorità antiriciclaggio. Secondo il Generale, questo strumento deve essere un punto di partenza e non di arrivo, da potenziare in base alle esigenze future.
Il dato della titolarità effettiva è importante anche per Luca Canestrelli, responsabile di Anti-money laundering per Unicredit, che chiude il primo round di discussione. Gli intermediari avrebbero modo di identificare i beneficiari, accertare la veridicità delle informazioni fornite all’istituto di credito e, in caso di necessità, effettuare approfondimenti e segnalazioni di operazioni sospette. Una casistica degna di nota è la circonvenzione, cioè la modifica dei titolari effettivi per raggirare norme e sanzioni a livello internazionale. Il registro dei titolari effettivi sarebbe uno strumento efficace per affrontare questa problematica, effettuare le segnalazioni e, in ultima istanza, interrompere la relazione con la controparte. Secondo il relatore, la difformità di informazioni tra registro dei titolari effettivi e quelle in possesso degli intermediari bancari è una problematica chiave, che in altri paesi è risolta da un ente nazionale, tenutario del registro, che verifica con maggiore autorità la correttezza dell’informazione fornita dal privato. Nel contesto italiano, l’istituzione di un tavolo di lavoro tra autorità che si occupano di antiriciclaggio può produrre miglioramenti su questo fronte.
Nella seconda tavola rotonda la discussione è stata moderata da Angelo Mincuzzi, giornalista de Il Sole 24 Ore, e si è focalizzata sulle prospettive per un miglioramento delle condizioni di trasparenza e accessibilità ai dati.
Andrea Borruso, presidente di OnData, organizzazione promotrice della campagna #datiBeneComune insieme a Transparency ed ActionAid, ha sottolineato come talvolta le barriere presenti per l’accesso ai dati siano paradossali. Nonostante le istituzioni e l’amministrazione pubblica prevedano la pubblicazione di informazioni con determinate modalità e tempistiche, spesso queste condizioni non vengono rispettate. Più nello specifico, ci si trova ad interfacciarsi con documenti non leggibili meccanicamente, pubblicati in ampio ritardo o privi di regolare aggiornamento. Le amministrazioni stesse non operano un efficace controllo, accontentandosi di dataset di bassa qualità. Queste barriere all’informazione possono essere affrontate con la creazione di iniziative di monitoraggio civico, con il coinvolgimento di portatori di interesse che spingano per una trasparenza reale che superi la formalità.
Un’iniziativa virtuosa è quella evidenziata da Fabrizio Dall’Acqua, Segretario Generale del Comune di Milano, realtà locale che ha mostrato molto interesse sulla tematica dei titolari effettivi. A fronte dell’assenza di una normativa – nonostante le sollecitazioni dell’ANAC - che consenta alla pubblica amministrazione di conoscere i titolari effettivi, il Comune di Milano ha stimolato un dibattito interno per trovare una soluzione, e ha infine optato per l’utilizzo di uno strumento già presente: il “Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza”. Tramite questo strumento, la pubblica amministrazione può chiedere agli operatori economici la comunicazione dei titolari effettivi in vista della partecipazione ad appalti, stipulazione di convenzioni urbanistiche, concessione di autorizzazioni all’apertura di attività e all’utilizzo di beni del patrimonio comunale, ausili finanziari. Pur non essendo disponibile un meccanismo sanzionatorio, la mancata resa della dichiarazione dell’effettivo costituisce già di per sé un’anomalia che produce conseguenti controlli da parte dell’unità antiriciclaggio e – ove necessario - la segnalazione di operazioni sospette. Questo meccanismo preventivo ha spinto gli operatori economici ad effettuare la dichiarazione del titolare effettivo e le istituzioni e la società civile a stipulare protocolli di legalità volti a consolidare l’applicazione di questa pratica.
Cecilia Anesi, giornalista investigativa e co-fondatrice di IRPI, pone l’accento sulle problematiche transnazionali nella lotta al riciclaggio e alla criminalità organizzata. I capitali dei criminali italiani, infatti, transitano sempre più frequentemente all’estero. Una particolare difficoltà si riscontra nei paesi in cui, pur essendo presenti i registri dei titolari effettivi, le informazioni sono difficilmente cercabili e reperibili. Spesso la ricerca è conducibile unicamente sul nome dell’impresa, e i dati non sono facilmente incrociabili. Altri impedimenti possono essere dati dai costi del reperimento di queste informazioni e dalla necessità di capacità specifiche nell’analisi dei dati ottenuti. Le normative nazionali in tema di privacy rappresentano un ulteriore ostacolo all’accessibilità dei dati.
A chiudere la giornata è un videomessaggio di Rachel Hanna, ricercatrice e attivista di Access Info Europe, organizzazione che sta svolgendo una mappatura del livello di trasparenza sul tema dei titolari effettivi in tutta l’Unione Europea. Nonostante siano molti i paesi che si sono impegnati a riformare il proprio sistema in seguito alla V direttiva antiriciclaggio del 2018, permangono alcune problematiche che confermano le preoccupazioni esposte dai relatori del convegno. Tra questi, il requisito della registrazione, i costi di accesso e la possibilità di introdurre restrizioni alla cercabilità delle informazioni possono creare un problema di accesso ai dati non indifferente. Queste barriere devono essere superate tramite una riforma a livello internazionale e comunitario per giungere ad una piena trasparenza sui titolari effettivi.
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