Il 14 maggio 2024 a Roma partecipiamo con la presenza di Presidente e Past President, Michele Calleri e Iole Anna Savini, alla presentazione della Relazione annuale sull'attività svolta dall'Autorità nazionale Anticorruzione nel 2023.
Nella Sala della Regina di Montecitorio interviene il presidente A.N.AC. Giuseppe Busia, alla presenza dei consiglieri dell'Autorità: Consuelo del Balzo, Luca Forteleoni, Paolo Giacomazzo e Laura Valli, oltre al Segretario Generale Filippo Romano. Partecipa il segretario di Presidenza Benedetto Della Vedova.
Quando ci si interessa al fenomeno [corruzione], anche per la suggestione delle cronache giornalistiche, si è portati a focalizzarsi su chi compie l’illecito e su chi ne approfitta, sui corruttori e sui corrotti.
Ci si dimentica, spesso, delle vittime, di tutte quelle persone alle quali la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere, talvolta persino la vita. Sono vittime della corruzione, intesa in senso amministrativo e non solo penalistico, le donne e gli uomini sepolti vivi sotto le macerie di infrastrutture ed edifici costruiti con la sabbia al posto del cemento; i lavoratori schiacciati o soffocati nei cantieri perché chi avrebbe dovuto vigilare sulla loro sicurezza è stato indirizzato verso altri obiettivi; i pazienti che scontano la scarsa qualità di attrezzature sanitarie acquistate attraverso procedure opache; i bambini malnutriti, nei Paesi più fragili, a causa di aiuti umanitari che si perdono nelle pieghe di torbidi intrecci tra burocrazia e malaffare.
Anche quando non uccide, la corruzione arreca danni inestimabili, affinando le sue armi con mezzi sempre più subdoli. Opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di risorse pubbliche. Imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. Giovani eccellenze costrette a cercare all’estero chances di realizzazione professionale, sottratte in patria da concorsi poco trasparenti.
La corruzione mortifica legittime aspettative, deteriora la qualità dei servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia. Ha un costo, quindi, sociale, civile e umano, oltre che economico.
È essenziale, quindi, prevenirla ancor prima che reprimerla, per evitare che la sua ombra si distenda sulla società, sull’apparato pubblico e sul tessuto produttivo, pregiudicando prospettive di lavoro e di vita.
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