Relazione sullo Stato di Diritto 2025. Per l’Italia progressi limitati
Nelle raccomandazioni della Commissione Europea all'Italia permangono le criticità su conflitto di interessi, lobbying, finanziamento della politica e pluralismo dei media.
Su temi fondamentali per la salvaguardia della nostra democrazia chiediamo da tempo una presa di posizione forte su trasparenza e integrità. Solo così sarà possibile opporre la dovuta resistenza all’avanzare dei fenomeni di abuso di potere.
La sesta Relazione annuale sullo Stato di Diritto è stata pubblicata l'8 luglio 2025 e contiene l'analisi qualitativa della Commissione Europea sui 27 Stati membri, tra cui l’Italia, su quattro aree tematiche: il sistema giudiziario, il quadro anticorruzione, il pluralismo dei media e altri aspetti istituzionali che garantiscono l’equilibrio dei poteri all’interno di uno Stato (dall’inclusività del processo legislativo al ruolo della società civile). La Relazione contiene inoltre raccomandazioni specifiche e una valutazione qualitativa dei progressi compiuti da tutti gli Stati membri nell’attuazione delle raccomandazioni degli anni precedenti.
In fase di redazione del report, come ogni anno, abbiamo avuto l’opportunità di offrire alla Commissione il nostro punto di vista sui temi della trasparenza e dell’anticorruzione.
Per la Commissione europea l’Italia ha compiuto progressi limitati sugli aspetti oggetto delle raccomandazioni formulate nella Relazione sullo Stato di diritto 2024. Sebbene siano stati rilevati alcuni avanzamenti in aree specifiche, su molti fronti non si sono riscontrati progressi.
Rispetto alle raccomandazioni dello scorso anno la Commissione ha rilevato:
Nella Relazione 2025 si registrano alcuni progressi rispetto alla raccomandazione di adottare una normativa complessiva sui conflitti di interessi per i titolari di cariche pubbliche. Rimane in sospeso una proposta di legge in materia di conflitto di interessi e volta a migliorare le disposizioni sull'integrità per i parlamentari.
A ottobre 2024 l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha pubblicato una relazione analitica sul conflitto di interessi in cui ha espresso preoccupazioni sulla coerenza delle misure sulle dichiarazioni patrimoniali applicate agli alti funzionari ministeriali, ai membri del loro personale e ai loro consulenti, e la fruibilità delle dichiarazioni pubbliche di alcuni parlamentari
Secondo la Relazione sullo Stato di diritto 2025 la mancanza di una regolamentazione generale delle attività di lobbying è percepita come una delle principali carenze nel sistema di integrità nazionale. Nel corso della XIX legislatura sono stati presentati alcuni disegni di legge sul tema e nel 2024 si sono tenute alcune audizioni parlamentari ma l'iter legislativo non è avanzato.
A inizio febbraio 2025, con la coalizione #Lobbying4Change, abbiamo scritto una lettera al Presidente della Commissione Affari Costituzionali con la richiesta di una svolta. A inizio aprile 2025 è stata depositata alla Camera una nuova proposta di legge sul lobbying (finalmente!). È quanto mai necessario arrivare ad una legge che regoli il rapporto tra politica e portatori di interessi, garantendo trasparenza, equità e accesso alle informazioni.
Secondo la Relazione sullo Stato di diritto 2025 non vi sono ancora stati progressi sulla trasparenza dei finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali mediante donazioni di fondazioni e associazioni. Secondo la relazione, le donazioni private ai partiti potrebbero rappresentare un ostacolo per la responsabilità pubblica ed esercitare un'influenza sproporzionata sul programma politico da parte dei donatori privati.
Gli ultimi disegni di legge sul tema sono in sospeso, compreso quello volto a rafforzare l'autonomia della Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici, che solo recentemente ha visto un aumento delle risorse umane e finanziarie. Per contrastare questo immobilismo, nell'ultimo anno abbiamo proposto un Manifesto del Finanziamento Etico, Trasparente e Democratico alla politica italiana dal quale è una proposta di Codice di Condotta per le attività di finanziamento di partiti e movimenti politici.
Nella Relazione sullo Stato di diritto 2025 non è stato rilevato nessun ulteriore progresso nel processo legislativo di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche. Secondo la società civile, in Italia risulta sempre più diffuso e allarmante il ricorso ad azioni legali contro i giornalisti, comprese cause per diffamazione e altre azioni legali da parte di politici e membri del Governo, identificate come azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP).
Il report SLAPPs in Europe: Mapping Trends and Cases della Coalition Against SLAPPs in Europe (CASE) ha segnalato l’Italia come il Paese con il più alto numero di casi di azioni vessatorie o temerarie nel 2023 (26 totali). La tendenza italiana è definita “preoccupante” dagli autori del rapporto CASE. Le querele per diffamazione sono tra gli strumenti più utilizzati per silenziare il dissenso e la segnalazione di illeciti. Entro maggio 2026 la Direttiva europea anti-SLAPP, approvata a febbraio del 2024, dovrebbe essere trasposta negli ordinamenti nazionali degli Stati membri.
Dati i progressi limitati compiuti dall’Italia la Commissione europea raccomanda di:
La relazione sullo Stato di Diritto è una valutazione qualitativa condotta annualmente dalla Commissione Europea che esamina gli sviluppi avvenuti nei 27 Stati Membri dell’Unione rispetto a quattro aree tematiche: il sistema giudiziario, il quadro anticorruzione, il pluralismo dei media e altri aspetti istituzionali che garantiscono l’equilibrio dei poteri all’interno di uno Stato, quali ad esempio l’inclusività del processo legislativo e il ruolo della società civile. Inoltre, la Relazione contiene raccomandazioni specifiche e una valutazione qualitativa dei progressi compiuti da tutti gli Stati membri nell’attuazione delle raccomandazioni degli anni precedenti.
La Relazione fa parte del Meccanismo per lo Stato di diritto ed è uno degli strumenti preventivi dell’UE per promuovere lo Stato di diritto. Il rapporto si basa su ampie consultazioni con gli Stati membri, i portatori di interesse e la società civile, garantendo una prospettiva più ampia possibile. La relazione è al centro del ciclo annuale sullo Stato di diritto, volto a promuovere lo Stato di diritto e a prevenire l'insorgere o l'aggravarsi di problemi.
Dal 2020 diverse nuove iniziative dell'UE hanno innalzato norme comuni in settori direttamente pertinenti allo Stato di diritto: la legge europea per la libertà dei media, che mira ad affrontare una serie di lacune sistemiche individuate nel panorama normativo dei media, e il pacchetto anticorruzione, che comprende proposte di nuova legislazione per combattere la corruzione nell'UE e rafforzare il regime sanzionatorio dell'UE per la corruzione nella dimensione esterna dell'UE.
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