Anticorruzione. Se ne parla meno, ma non è detto sia un male
Al BIF National Event il punto sullo stato dell’anticorruzione in Italia. Tra difficoltà e sfide, il bicchiere è mezzo pieno.
L’impressione è che se ne parli sicuramente meno, ma non è detto che ciò sia per forza un male. L’importante è che si continui ad operare.
Difficile sintetizzare tutti gli interventi del BIF National Event 2022 andato in scena venerdì 25 novembre nella sede di Unicredit, a Milano, sul tema in premessa, ma la sensazione dominante è che, seppur un po’ più sotto traccia rispetto al passato, tutto sommato il tema si stia continuamente evolvendo. E, forse, il parlarne, spesso in termini meramente di facciata, non è sempre stato veramente d’aiuto alla causa.
Certo, ciò non significa che la guardia possa essere abbassata, perché il rischio di fare passi indietro è reale, ma, a dieci anni anni dalla nascita della Legge Severino (L. 190/2012), è un dato di fatto che l’Italia, sia nel settore pubblico sia nel privato, abbia fatto progressi importanti.
"Prima delle elezioni – ha detto la Presidente di Transparency International Italia, Iole Anna Savini - abbiamo stilato una serie di suggerimenti per il futuro governo, affinché il cammino sulla strada dell’anticorruzione non subisse rallentamenti. Del resto – ha aggiunto - i vari programmi elettorali toccavano poco o per nulla il tema e ciò ha destato qualche preoccupazione. Ma, anche grazie all’impegno di grandi aziende come quelle aderenti al Business Integrity Forum, siamo certi che queste nostre proposte non siano destinate a cadere nel vuoto."
L’evento nazionale annuale del Business Integrity Forum si è aperto, come si suol dire, col botto: ovvero l’adesione da parte dell’associazione del Manifesto ZerØ Corruption, promosso dal Comitato Anticorruzione del Business dell'OCSE e appena lanciato a Parigi proprio in sede OCSE.
Un documento dall’alta carica propositiva che vorrebbe quale ipotetico sbocco naturale la costituzione di un nuovo SDG Onu, sarebbe il 18esimo, interamente dedicato al contrasto alla corruzione.
L’abbraccio tra il past-vicepresident di Transparency International Italia, Michelangelo Anderlini e Nicola Allocca, Direttore Risk, Compliance & Quality di Autostrade per l’Italia e Presidente del Comitato Anticorruzione del Business all’OCSE, esprime plasticamente la sinergia e la comunione di intenti tra la nostra associazione e le politiche europee in tema di integrità e sostenibilità.
Integrità e sostenibilità: due termini e due mondi ormai indissolubili, che possono crescere insieme soltanto in presenza di una totale trasparenza, vero e proprio collante di un sistema delicato e dal fragile equilibrio.
Ma, se si parla di trasparenza, ed è stata questa la sostanziale conclusione a cui sono giunti gli ospiti delle due tavole rotonde organizzate per l’evento e moderate da Sergio Valentini, membro del Comitato esecutivo di Transparency International Italia e da Giovanni Colombo, Direttore esecutivo dell’associazione, allora occorre andare oltre la legge - che pur deve essere sempre migliorata e osservata - e cominciare a porre direttamente il più alto principio dell’etica al centro delle policy sia aziendali sia della pubblica amministrazione.
La nuova frontiera a cui guarda il Paese è, dunque, un sistema in cui devono essere valorizzate la discrezionalità e la responsabilità delle scelte, in un quadro in cui la trasparenza diventa il principale strumento per la solidità di un ambiente etico, in cui il perseguimento del bene comune non può più essere semplicemente imposto per legge, ma deve diventare, in maniera sempre più spontanea e naturale, il frutto di percorsi virtuosi, sostenibili e verificabili.
Una nuova frontiera emersa chiaramente dagli interventi di Ennio Bevilacqua, Responsabile anticorruzione di Aria Lombardia, di Antonella Cupiccia, Direttore legale appalti e acquisti di Metropolitana Milanese, di Michele Corradino, Presidente Terza sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, di Lorenzo Segato di Re-Act esperto di integrità nel mondo della sanità, di Graziano Crema, Group head del Conduct Risk di Unicredit, di Piero Vernuccio, Responsabile della Compliance di Enel, di Carlo Paris, Consigliere di amministrazione e Presidente Comitato sostenibilità di Enav, di Matteo Tanteri, Senior Vice president e Sustainability & Social impact di Snam, di Diva Ricevuto, coordinatrice SDGs 16 Pace, Giustizia e Istituzioni Solide di Asvis e di Livio Russo, Group Head of Ethics and Investigation di Assicurazioni Generali.
Tutti i qualificatissimi partecipanti che avete letto qui sopra si erano presentati ciascuno con una relazione stilata per dare una risposta al quesito fulcro della giornata, ma, tale è stato il livello di partecipazione e di emotiva condivisione che ha accompagnato il dibattito, che tutti gli interventi sono stati effettuati “a braccio”. Lo spirito del BIF è proprio questo: la messa in comune di pratiche ed esperienze diverse, verso una crescita collettiva, guardando soprattutto alle generazioni future.
E qui arriviamo al contenuto che ha chiuso l’evento, ovvero la testimonianza di Transparency Italia all’interno del progetto RIPARTIRE (www.ripartire.info), RIgenerare la PARTecipazione per Innovare la Rete Educante, un percorso di educazione civica in cinque istituti di scuola superiore italiani che ha visto anche alcune aziende del BIF partecipare con grande entusiasmo.
Un punto importantissimo nella mission che accomuna la nostra associazione e le imprese e che, nel 2023, vedrà nuove iniziative e un nuovo format rivolti al mondo della scuola e dell’educazione.
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