La business integrity oltre la compliance: le sfide di domani sono già qui

Al BIF Talk 2024 di Pisa due giorni di interventi che hanno mostrato come l’integrità sia sempre di più materia interdisciplinare e complessa.

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L’ormai tradizionale appuntamento pisano del BIF Talks alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna ha vissuto quest’anno una particolare intensità, tra speech, interviste e tavole rotonde.

L'edizione 2024, dal titolo Business Integrity Beyond Compliance, la sesta in questo formato in dialogo, ha esplorato gli orientamenti della business integrity tra le basilari attività di compliance e un respiro più ampio. La discussione ha attraversato temi cruciali, che rappresentano il presente della business integrity e un futuro in cui la capacità di interpretare la complessità, legata allo sviluppo tecnologico, sociale e giuridico, sarà decisiva.

Anche quest'anno l’appuntamento è stato caratterizzato da ricche sessioni di incontro: nella prima giornata (resoconto) l'attenzione si è concentrata sulla capacità della business integrity di spaziare verso molte direzioni e nella seconda giornata (resoconto) lo sguardo si è rivolto alle interazioni con il mondo dell'anticorruzione e della sostenibilità.

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Prima giornata: 30 ottobre

Le premesse

La prima giornata è stata aperta dal Presidente di Transparency International Italia, Michele Calleri, che ha reso omaggio al neo Premio Nobel per le Scienze Economiche 2024Daron Acemoglu, membro dell’International Council di Transparency International, i cui studi, con i co-relatori Simon Johnson e James A. Robinson, hanno dimostrato l'importanza delle istituzioni sociali per la prosperità di un Paese, con ricerche che dimostrano perché le società con uno Stato di diritto scadente e istituzioni "exploitative" non riescono a generare crescita o cambiamenti positivi.

“Il ruolo dei compliance manager – ha detto Michele Calleri – merita di avere sempre maggior considerazione nelle istituzioni e nelle imprese, perché sono loro stessi i veri custodi dell’etica e dell’integrità delle organizzazioni in cui operano. Le aziende e gli apparati compliance devono poter indagare, fare accertamenti – ha aggiunto - anche se la gestione, la conservazione dei dati e della privacy rivestono un problema sempre più complesso”.

Una visione, quella di Michele Calleri, perfettamente in linea con quella della prof.ssa Gaetana Morgante, Direttrice dell'Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo (DIRPOLIS) della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, che ha sottolineato la circolarità del percorso di collaborazione tra il Business Integrity Forum e l’Università, con il ritorno alla visione “beyond”, in cui la business integrity, in senso ampio, e la compliance devono essere parte integrante di uno stesso ecosistema.

Un ecosistema in cui il Business Integrity Forum vuole essere di supporto a quella che il suo coordinatore, Giovanni Colombo, ha definito “evoluzione della specie”, riferendosi ai compliance manager: “Figure – ha detto Giovanni Colombo – sempre più vicine alla governance, circondate da esperti multidisciplinari, chiamate a gestire problemi crescenti e piani sempre più contigui, come la sostenibilità, la prevenzione del rischio e l’etica di impresa. L’andare oltre  - ha aggiunto – significa infatti vivere una dimensione etica che deve avere l’ambizione di intercettare criticità e di prevenire i problemi”.

E, sempre con la chiave dell’andare oltre, è stato il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, a ribadire come non si possa “non andare al di là della logica degli adempimenti. L’integrità dev’essere strumento che supera la logica dell’adempimento”.
Elemento centrale dell’integrità, secondo Busia, resta sempre la trasparenza: “La trasparenza – ha detto - è strumento di efficienza del sistema, non il contrario. Sia nel pubblico sia nel privato, dev’essere sempre considerata un prerequisito e uno strumento per il raggiungimento dei risultati. In questo senso, la nascente Piattaforma Unica per la Trasparenza sarà un elemento decisivo per avere un luogo unico di accesso alle informazioni, con dati omogenei e davvero fruibili da parte di chiunque”.  

Il "Tone from the Top"

Uno degli strumenti più efficaci per la costituzione, all’interno delle aziende, di un clima fortemente orientato alla business integrity è sicuramente il tone from the top, ovvero ciò che i vertici aziendali mettono in campo con il proprio esempio personale per irrorare le organizzazioni che gestiscono con quello che potremmo chiamare “il fluido dell’integrità”.

Testimonial perfetta di questo approccio è stata la CEO del gruppo BRT, Stefania Pezzetti, che ha portato la propria testimonianza diretta, illustrando quanto fatto nell’ambito dell’esperienza del progetto di Restore Integrity.
“L’unico modo per essere credibili e generare un clima di fiducia in azienda, soprattutto in situazione critiche come quella in cui mi sono trovata a operare, è dare l’esempio- ha detto Pezzetti -. Un esempio che non deve, però, restare limitato a un proclama isolato, ma deve trovare continuità nel confronto costante con dipendenti e stakeholder, oltre che nella comunicazione interna, fondamentale per la costruzione di una cultura aziendale solida e diretta ai principi dell’integrità”.

L’intelligenza artificiale, un anno dopo

In un anno è successo di tutto, oltre le più ardite previsioni, nel mondo dell’Intelligenza Artificiale. Il BIF Talks 2023 aveva approcciato il tema con posizioni divise tra ottimisti e pessimisti, oggi la questione non è più se abbracciare la tecnologia dell’AI, ma come farlo al meglio, riducendo i rischi, valutandone i costi e gestendone i meccanismi.

Una modello di gestione molto avanzato è stato illustrato da Paolo Tosca, Compliance Governance di TIM, che ha spiegato come nel colosso delle telecomunicazioni siano stati adottati, per la gestione dell’Intelligenza Artificiale, tre principi etici fondamentali: Trasparenza, Tracciabilità, Spiegabilità.

“La capacità critica e la responsabilità delle scelte devono restare sulla componente umana – ha detto Paolo Tosca, che ha aggiunto: “Attenzione, l’assenza di capacità critica è un rischio concreto”. Interessante, in questo senso, la provocazione posta dallo stesso Tosca: “L’AI generativa è in grado di sostituire un CEO”? Suggestiva la risposta: “No, ma potrà migliorare il processo decisionale, permettendo ai leader umani di concentrarsi su giudizi strategici e sulle decisioni etiche. L’AI non riesce ancora prevedere eventi imprevedibili”.

Non ha, almeno per il momento, sostituito la figura del CEO, ma rappresenta un primo esempio concreto di come l’AI possa entrare all’interno di uno staff alla stregua di un nuovo elemento umano è la R.I.T.A (Risk Integrity Technical Assistant), il copilot di AI utilizzato da Autostrade per l’Italia nell’analisi della prevenzione dei rischi. “In ASPI abbiano un action plan semplice, forte e chiaro: corruzione zero – ha spiegato Fabiana Pavoni, Head of Business Integrity - Zero è un valore preciso ed è l’unico obiettivo che abbiamo. Per questo abbiamo introdotto il Manifesto Zerø Corruption, un manifesto che dev’essere accettato obbligatoriamente da tutti fornitori che vogliono lavorare con noi”.

Oltre al punto di vista delle aziende, è risultato particolarmente interessante capire quale potesse essere la posizione di un ente terzo, come ASviS - Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, rispetto al tema dell’AI. Il rapporto ASviS 2024 dedica ampio spazio alla materia e auspica una crescente capacità degli stati di “mettere a disposizione delle persone competenze e cultura in grado di mettere in condizione le stesse di trarre vantaggio dalle nuove tecnologie”. Del resto, come ha illustrato Diva Ricevuto, Responsabile per ASviS del SDG16 (Pace, Giustizia e Istituzioni Solide) stabilito dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: “Basta chiedere a Chat GPT se nel dibattito in corso stia sfuggendo qualcosa per avere risposte sorprendenti. Ci sfuggono - dice Chat GPT - 1) l'esperienza soggettiva dell'AI, che con il tempo avvicinerà il sistema a qualcosa che assomiglierà sempre più a una forma di coscienza; 2) l'integrazione psicologica umana, dato che l'uso massiccio dell'AI potrebbe influenzare la psicologia collettiva; 3) l'impatto sul linguaggio e sulla narrazione; 4) la possibilità che anche in termini di sogno l'AI possa arrivare a guidare una sorta di inconscio collettivo".

Tema, quello dell’AI, ricco di implicazioni anche drammatiche, su cui hanno dialogato alcuni esperti componenti la tavola rotonda AI, intelligenza artificiale e nuovi scenari per aziende, società ed etica.

Coordinati dal divulgatore e formatore Andrea Boscaro, Formatore e Partner di "The Vortex", il dibattito ha subito affrontato il tema della preparazione delle aziende ad utilizzare e comprendere gli strumenti di Intelligenza Artificiale.

Il prof. Andrea Ampò, Head of Learning & Teaching Technologies MIB Trieste School of Management, ha illustrato una ricerca, effettuata su un campione di 2000 imprese italiane, che ha riscontrato problemi di implementazione importanti in termini di mancanza di competenze e di coinvolgimento del management. “La mancanza di comunicazione tra chi gestisce il business management e la parte tecnica – ha detto Ampò – è un serio problema, perché il rischio è di perdere il controllo delle applicazioni dell’AI”.

“L’AI ha grande necessità di transdisciplinarietà – gli ha fatto eco Massimo Folador, Professore di Business Ethics e sviluppo sostenibile all'Università LIUC Varese. Servono conoscenze diverse e auto arricchenti – ha aggiunto – perché i valori dell’etica e della sostenibilità siano sempre i pilastri della crescita dell’AI, nell’ottica della generazione di bene comune”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la prof.ssa Fiorella Battaglia, del Digital Humanities Centre dell’Università del Salento, la quale ha voluto porre l’accento sul fatto che l’AI non dev’essere approcciata soltanto con strumenti tecnici ma “tecnosociali”, per evitare “il rischio che, alla fine, le persone vengano trattate come macchine”.  

Sull’assoluta necessità che lo sviluppo dell’AI sia debba essere il più possibile elemento di condivisione e confronto ha insistito Luca Baraldi, Steering Commitee del Focus Group on AI, EIT – European Digital SME Alliance. “Abbiamo bisogno di attivare il numero più alto possibile di tavoli di confronto – ha detto Luca Baraldi - perché abbiamo necessità di pluralismo in ecosistema complessivo che promuova la riflessione dal basso”.

A mettere un alert sulle possibili distorsioni dell’utilizzo dell’AI è stata, in chiusura della tavola rotonda, la prof.ssa Denise Amram, Assistant Professor of Comparative Private Law, dell'Istituto DIRPOLIS, la quale ha ribadito quanto sia “fondamentale poter monitorare le possibili distorsioni, i possibili bias. Anche per questo -  ha detto – nella nostra Università abbiamo introdotto dottorati interdisciplinari, proprio per poter creare le condizioni migliori per poter gestire questo strumento”.

Seconda giornata: 31 ottobre

Le premesse

É stata la prof.ssa Gaetana Morgante, Direttrice dell'Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo (DIRPOLIS) della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna a introdurre la seconda giornata dei BIF Talks 2024 a Pisa: “I BIF Talks confermano la loro capacità di anticipare temi che spesso non sono propriamente nel mainstream del momento. È successo molto spesso e con questo spirito guardiamo al futuro con fiducia, verso nuovi orizzonti di confronto e di condivisione”.

Il "Tone from the Top"

Anche nella seconda giornata il tone from the top è stato parte importante dell’agenda e anche nella seconda giornata è stata una CEO, Monica Iacono, presidente e amministratrice delegata di Engie Italia, a portare la propria testimonianza diretta: “L’etica è al centro della nostra azione di business – ha detto -  Per questo abbiamo consolidato un processo di qualifica dei nostri fornitori molto strutturato sull’etica. Crediamo che la cultura dell’integrità sia parte integrante del nostro quotidiano, ecco allora che il tema dell’esempio è fondamentale. La nostra filosofia è improntata al walk the talk, perché il valore dell’esempio e un comportamento quotidiano esemplare sono importantissimi”. E sul connubio etica/sostenibilità ha aggiunto: “L’etica è strettamente legata alla sostenibilità. Le transizioni non possono essere slegate dal tema dell’etica, quindi sostenibilità su ambiente, ma anche sulle persone e sul modo di fare azienda”.

Un prezioso sguardo internazionale

L’International Glance del BIF Talks 2024 ha visto protagonista Kush Amin, Legal Specialist di Transparency International. Intervistato da Aiste Galinyte, Project Officer di Transparency International Italia. Kush Amin ha offerto un’esauriente illustrazione sulla nascente di Direttiva Europea Anticorruzione, con particolare attenzione al ruolo del settore privato.
Pur consapevole delle difficoltà che ancora ci separano dal consenso delle istituzioni europee sulla versione finale della Direttiva anticorruzione per la trasparenza e l'integrità in Europa, che potrebbe essere adottata entro giugno 2025, Kush Amin si è detto soddisfatto dell’evoluzione sin qui registrata dalla normativa che, seppur perfettibile, ha accolto anche alcune raccomandazioni di Transparency International. come la previsione delle disposizioni riguardanti le vittime dei reati legati alla corruzione.

Circa il settore privato, la proposta della Direttiva contiene anche le disposizioni sulla responsabilità penale delle persone giuridiche, ma, per quanto riguarda le misure di prevenzione più specifiche, che potranno toccare le aziende, spetterà ai singoli Stati membri introdurle nei propri ordinamenti.

E sempre in tema di internazionalità, è toccato ad altri due membri dello staff di Transparency International Italia, Roberto Giambelli, Advocacy Officer e Giovanni Zorra, Project Manager di Transparency International Italia, illustrare i progressi del progetto STEP EU | La lotta al riciclaggio di denaro nell'Unione Europea, il cui scopo è quello di migliorare la capacità dell’Unione europea di affrontare la corruzione e il riciclaggio di denaro, attraverso meccanismi di condivisione di dati e informazioni, attraverso tutta l’Unione Europea.

“L’uniformazione degli standard dei dati tra i è uno degli obiettivi più importanti da raggiungere  -  ha spiegato Giovanni Zorra -  e la differenza rappresenta una barriera ancora enorme nel contrasto al riciclaggio e ad esso si aggiunge il tema delle competenze.

“La trasparenza passa dal nodo, di non semplice soluzione, della titolarità effettiva delle aziende – ha spiegato Roberto Giambelli – e l’Italia è in fase di stallo, dopo che la legge di istituzione del Registro dei titolari effettivi è stata impugnata ed è in attesa di uno sblocco. Se l’Europa non arriverà a un’uniformità di legislazione al riguardo, sarà difficile contrastare efficacemente le condotte criminose”.

Restando in tema di legislazione, è stato Paolo Orioli, Head of 231, Compliance, Ethics di Edison a offrire un interessante spunto a 25 anni dalla convenzione OCSE da cui è scaturito il D.Lgs. n. 231/2001 con il conseguente modello organizzativo per le aziende.

“Il modello 231 – ha detto Paolo Orioli – non è mai stato, in Edison, qualcosa di statico e acquisito in via definitiva, tant’è che in vent’anni ha subito ben 16 revisioni e aggiornamenti. Con l’ultima revisione abbiamo voluto imprimere una netta svolta, partendo dal linguaggio utilizzato, perché fosse fruibile, approcciabile e più concreto, in un mix di tradizione e innovazione. Abbiamo puntato sulla comunicazione per enfatizzare la finalità preventiva del modello, arricchendolo di esempi concreti che lo rendono più facilmente comprensibile e attuabile”.

Sempre nella seconda giornata, è stato introdotto nei talks un nuovo tema, focalizzato su un’innovativa forma societaria: la società Benefit. In un Face to FaceGiovanni Colombo, Coordinatore del BIF Programme, ha esplorato con Benedetta Iofrida di Askesis le società benefit: peculiarità, obiettivi, vantaggi e obblighi che questo tipo di struttura societaria rappresenta.

“Le società benefit – ha illustrato Benedetta Iofrida – hanno finalità di beneficio comune che devono essere inserite nello statuto e si affiancano agli obiettivi for profit e devono essere attinenti alle stesse. Sugli assi della sostenibilità, della responsabilità e della trasparenza, le società benefit hanno l’onere di dover rendicontare la propria attività attraverso la cosiddetta relazione d’impatto. I vantaggi di un simile modello risiedono principalmente nella capacità di attrarre investitori e investimenti, nel reclutamento dei lavoratori e nel coinvolgimento degli stakeholder e, non ultimo, nel beneficio reputazionale”.

Dalle società benefit al mare magnum degli enti del Terzo settore il passo è stato breve, ed è toccato a due ricercatori di diritto costituzionale e diritto penale dell'Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo (DIRPOLIS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa offrire uno spaccato interessante sulla legislazione di integrità che investe un comparto vitale non soltanto per la socialità, ma anche per l’economia del nostro Paese.

“Il Terzo settore in Italia combina diverse modalità di azione che hanno finalità di tipo solidaristico, ma che possono avere anche caratteristiche di impresa – ha spiegato Luca Gori, ricercatore di Diritto costituzionale. In realtà le modalità dell’attività è estremamente ibrida. Per quanto il legislatore tenti di sezionare un’attività d’impresa da ciò che è attività sociale, è quasi impossibile. Ciò rende particolarmente complessa la gestione dell’attività di volontariato distinta dai rapporti di lavoro, del fatto che gran parte degli enti di terzo settore rifiutano la definizione di impresa e della raccolta fondi, con forme di funding che spesso non passano da semplici liberalità”.

“In effetti, il rischio è l’abuso dello status di Terzo settore – ha aggiunto Giuseppe Di Vetta, ricercatore di Diritto penale - Gli enti di Terzo settore dovrebbero dotarsi del modello 231, ma esiste una reale difficoltà nella sua applicazione. L’approccio per una sua applicazione dovrebbe essere sostanziale: un approccio sostanzialista, proporzionale e sensibile alle caratteristiche della singola realtà”.

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