Nel 2014, a seguito della crisi finanziaria globale, è venuta alla luce l'entità del denaro sporco dietro le società che nascondono i propri titolari effettivi, cioè coloro che controllano o beneficiano della società o del fondo fiduciario e del reddito che esso genera.
In quel periodo, i Paesi del G20 si sono riuniti per adottare gli storici Principi di alto livello sulla trasparenza della titolarità effettiva (G20 High-Level Principles on Beneficial Ownership Transparency), nati dalle raccomandazioni del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI) e dai principi adottati dal G8 l'anno precedente.
Da allora, i casi rivelati dalle inchieste sui paradisi fiscali, come i Panama Papers e i Pandora Papers, hanno reso ancora più urgente la necessità di garantire la trasparenza della titolarità effettiva. Ma questo non sempre si è tradotto in azioni politiche da parte dei Paesi del G20.
Transparency International ha realizzato un’analisi sullo stato della titolarità effettiva in ciascuno dei Paesi del G20 (insieme a Paesi Bassi, Spagna e Svizzera) e ha potuto verificare che gli Stati stanno impegnando risorse e facendo progressi sul tema: 17 dei 23 Paesi valutati hanno già istituito o iniziato a istituire dei Registri e 15 sono già attivi o lo saranno entro la fine del 2024. A titolo di confronto, nell’ultima valutazione del 2018, solo 6 dei 23 Paesi valutati disponevano di Registri.
Nonostante ciò, per far in modo che i Registri siano sufficientemente completi, accurati e aggiornati, c’è ancora molta strada da fare, in particolare in alcune aree in cui la trasparenza deve essere migliorata:
In Italia il registro dei titolari effettivi è ancora sospeso e inaccessibile alle autorità, ai media e alla società civile.
In Italia il Registro dei titolari effettivi è sospeso. Il 15 ottobre 2024 il Consiglio di Stato ha pubblicato le ordinanze collegiali con le quali ha rimesso diverse questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti nazionali. In attesa della pronuncia della Corte, il decreto di attuazione del registro, come anche gli obblighi di effettuare le comunicazioni sulla titolarità effettiva, sono ancora sospesi.
La trasparenza dei titolari effettivi permetterebbe di conoscere chi governa e trae vantaggio dalle società anonime di comodo, con le quali alcuni soggetti spostano grandi flussi di denaro in maniera illecita, fino a rendere estremamente difficile rintracciare le origini dei fondi, il cosiddetto "denaro sporco".
Individuare gli illeciti, recuperare le risorse e consegnare i corrotti alla giustizia è sempre più complesso anche per le forze dell'ordine e per ottenere la massima trasparenza sui flussi di denaro sporco occorrerebbero informazioni complete, accurate e aggiornate.
Il sistema più efficiente per farlo prevede che i Paesi istituiscano dei registri dettagliati con l'elenco dei titolari effettivi di tutte le società, ampiamente accessibili alle autorità e alla società civile, oltre ad altri attori coinvolti nella lotta al riciclaggio.
Nel 2022, il GAFI ha riconosciuto questa necessità, richiedendo l’istituzione dei registri nella sua Raccomandazione 24 - o di un meccanismo che si dimostri altrettanto efficace. Oggi, sebbene la Raccomandazione del GAFI si applichi a più di 200 giurisdizioni, la trasparenza dei titolari effettivi è particolarmente importante negli Stati membri del G20.
I Paesi del G20 rappresentano le maggiori economie e mercati finanziari del mondo e sono le giurisdizioni di riferimento per il riciclaggio e l'investimento di fondi illeciti. La relativa stabilità dei governi e la solidità dei sistemi finanziari rendono questi Paesi ancora più attraenti come destinazioni per i guadagni illeciti.